
Sondaggio, sull’esito del referendum pesa l’incognita degli indecisi
Home livello 2 - di Valerio Falerni - 29 Luglio 2016 - AGGIORNATO 29 Luglio 2016 alle 14:21
Il 44 per cento degli italiani che intendono recarsi alle urne per votare per la riforma costituzionale dirà “sì” al referendum. Secondo un sondaggio Ixè per Agorà Estate, la trasmissione di Raitre. Il 38 per cento invece intende esprimersi contro la riforma. Ma sull’esito finale pesa il 18 per cento per cento degli intervistati che pur avendo intenzione di votare non ha ancora deciso quale opzione barrare sulla scheda nel segreto della cabina elettorale. E poichè il margine di errore massimo della rilevazione è del 3,1 per cento, si può dire che c’è un testa a testa tra il “sì” e il “no”.
Sondaggio Ixè: al momento tra “sì” e “no” è testa a testa
Al momento gli italiani che andranno a votare, secondo la rilevazione, sono il 49 per cento (trattandosi di un referendum confermativo non è previsto alcun quorum per la sua validità, diversamente da quanto è previsto per quello abrogativo). Quelli che hanno già deciso di non votare sono il 35 per cento, mentre gli incerti – in questo caso – sono il 16. Sui due dati riguardanti l’incertezza pesa probabilmente un altro aspetto messo in luce dal sondaggio: il 59 per cento degli italiani intervistati dichiara infatti di non conoscere i contenuti del quesito referendario, mentre solo il 39 per cento dichiara di essere sufficientemente informato. Il 2 per cento infine non sa valutare il proprio grado di informazione.
Sugli indecisi pesa la scarsa informazione
Il sondaggio di Ixè evidenzia dunque la necessità di una maggiore informazione intorno al referendum. Se oggi è mancata è soprattutto per responsabilità di Matteo Renzi il quale, in un empito di sopravvalutazione del proprio appeal elettorale, aveva immaginato di vincere facile legando la propria permanenza al governo, anzi in politica, alla vittoria del “sì”. Quando si è accorto che gli italiani lo hanno preso in parola, ha cambiato registro e ha comniciato a picchiettare sul tasto del contenimento dei costi e della semplificazione. Ma anche in questo caso è risultato poco convincente dal momento che il Senato non viene affatto abrogato e che lo snellimento delle procedure resta un miraggio, come dimostra la stesura del nuovo art. 70 della Costituzione formato da circa 400 parole mentre quello abrogato ne contava appena nove. Tutti bluff ormai scoperti. E questo spiega perchè i contrari alla riforma-truffa varata del premier continuano ad aumentare.