Turchia, l’allarme di Amnesty: «Estese torture ai prigionieri»

20 Lug 2016 17:53 - di Redazione

Ci sono notizie di “estese torture” contro militari detenuti in isolamento presso la centrale di polizia di Ankara. Lo scrive su Twitter Andrew Gardner, analista di Amnesty International esperto di Turchia. Oltre alle decine di migliaia di impiegati pubblici ed insegnanti licenziati, Amnesty accusa, il giro di vite è stato esteso alla censura di media e giornalisti, tra cui quelli che avevano criticato il governo. Secondo l’organizzazione, le autorità hanno bloccato l’accesso a oltre 20 siti di informazione, cancellato i tesserini di 34 giornalisti, e spiccato un mandato d’arresto per un cronista che aveva raccontato il golpe. Amnesty cita anche notizie date dalla stampa locale secondo cui le licenze di 25 media di vario tipo sono state revocate. Amnesty chiede quindi al governo della Turchia di proteggere la libertà di stampa mentre indaga sul fallito colpo di stato.

Merkel:«La Turchia rispetti lo Stato di diritto»

Il governo tedesco monitora dal canto suo  l’azione del governo della Truchia  contro i sospetti simpatizzanti del golpe con crescente preoccupazione. “Ogni giorno vengono prese nuove misure che contraddicono l’azione di uno Stato di diritto”, afferma Steffen Seibert, portavoce di Angela Merkel. Berlino, ha aggiunto,ha manifestato preoccupazioni direttamente a Erdogan nella telefonata con la signora Merkel ed anche attraverso altri canali.

Turchia, le preoccupazioni del Consiglio d’Europa

Preoccupazione per le sorti della magistratura turca e degli altri funzionari arrestati e consapevolezza che i giorni a venire saranno cruciali per il futuro democratico della Turchia. È  il messaggio del commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks. “Sono profondamente preoccupato per il fatto che quasi un quinto della magistratura turca sia stata arrestata o destituita perché sospettata di essere coinvolta nel tentato colpo di stato. E lo sbalorditivo numero d’impiegati statali arrestati o sospesi in un periodo così breve solleva anche questioni sul diritto a un processo equo e regolare”, ha affermato Muznikes, sottolineando che “se non vi è alcun dubbio che i responsabili del tentato colpo di stato devono essere processati, questo deve avvenire nel pieno rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto, principi che in ultima istanza possono essere garantiti solo da una magistratura indipendente”.

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