Turchia, ora gli Usa sono preoccupati: sarà ancora un alleato affidabile?
L’amministrazione Usa di Barack Obama aveva una certezza, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Ora è stata spazzata via. E questo mette nel limbo alcune delle priorità degli Usa e dell’Europa, che puntavano sulla Turchia per la battaglia all’Isis, per contenere il flusso dei migranti dalla Siria e come base per l’intelligence e la Nato in Medio Oriente. Lo riporta il New York Times. Per Washington la domanda è se la Turchia sarà un partner affidabile nella battaglia all’Isis, nell’ospitare le forze americane e se sarà un protagonista stabile nell’angolo più volatile del mondo. “Nessuno si aspettava di vedere Erdogan su FaceTime per chiedere al popolo turco di scendere in piazza in sua difesa” afferma un diplomatico americano. Secondo funzionari Usa, le prossime 24 e 48 ore saranno cruciali per determinare se il tentato golpe avrà delle ripercussioni. “A differenza degli altri golpe in Turchia, questo non sembra avere l’implicito sostegno pubblico, che sembra diviso sull’ intervento militare” mette in evidenza il New York Times. Il tentato golpe in Turchia può essere aggiunto alla serie di fallimenti dell’intelligence Usa sulla Primavera Araba: secondo un funzionario dell’amministrazione, infatti, fra i diplomatici americani e le agenzie di intelligence c’era quasi unanimità sul fatto che un tentativo di golpe fosse altamente improbabile. L’instabilità in Turchia potrebbe impedire lo sforzo del segretario di Stato, John Kerry, per un cessate il fuoco in Siria e mettere a rischio l’uso della base militare di Incirlik, da dove sono lanciate le operazioni anti-Isis.