Antagonista condannato. Il giudice gli dà i domiciliari nel campeggio No Tav
Un attivista No Tav è stato messo agli arresti domiciliari nell’area di pertinenza del campeggio allestito dal movimento a Venaus, in Valle di Susa. L’iniziativa è stata presa dal gip Luisa Ferracane, del tribunale di Torino, su richiesta della difesa. La procura, però, ha già chiesto la modifica del provvedimento: i pm, fra l’altro, hanno fatto osservare che è proprio il campeggio il luogo di ritrovo dei No Tav che spesso partono per le manifestazioni contro il vicino cantiere di Chiomonte. L’attivista, Fulvio Chiosa, 64 anni, è uno degli indagati per una dimostrazione avvenuta il 28 giugno 2015. La difesa ha chiesto e ottenuto che potesse trascorrere il periodo ai domiciliari in una casupola che ospita il presidio No Tav di Venaus.
Dalla sentenza No Tav a quella sui migranti molestati
Il magistrato napoletano, 44 anni, non è nuovo a provvedimenti che hanno fatto discutere. Nel 2012 ha spiccato il divieto di dimora per una signora torinese, indagata per atti persecutori con l’aggravante dell’odio razziale nei confronti di una famiglia marocchina. Tra le azioni di disturbo, oltre a numerosi insulti a sfondo razzista, ci sono anche l’avere spruzzato del profumo sul ballatoio dove vi era l’ingresso dell’appartamento e l’avere svegliato i vicini durante la notte. La famiglia marocchina aveva denunciato il fatto, accusando la donna di essere stata costretta a lasciare l’appartamento acquistato, per trasferirsi in un’altra casa in affitto.