Calenda insiste: “Il Ttip si farà. Dobbiamo governare la globalizzazione”
31 Ago 2016 7:59 - di Redazione
Il Ttip, il mega-accordo commerciale Ue-Usa, si farà e sarà cruciale per «governare» la globalizzazione. Mentre si moltiplicano le affermazioni sulla presunta “morte” del negoziato, il ministro per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, mostra ottimismo e difende l’accordo. «Io stesso a luglio ho detto: siamo andati lunghi, è molto difficile chiudere quest’anno. Ed è vero che l’offerta americana rimane carente, anzitutto su due punti: l’apertura delle gare d’appalto e il riconoscimento delle indicazioni geografiche. Non siamo disposti a chiudere il Ttip a tutti i costi. Detto questo, io continuo a pensare che si chiuderà, anche se naturalmente ci vorrà tempo. Perché l’Ue e gli Usa sono i principali partner economici e politici, la negoziazione continuerà”, spiega ad Avvenire.
Calenda: “Non siamo disposti a chiudere il Ttip a tutti i costi”
“L’assurdo non è tanto che vi sia un giudizio positivo o negativo sul merito, che è normale e legittimo. Il problema è la richiesta di interrompere il negoziato con il nostro principale partner economico e politico. Si fa campagna parlando di cose che nel negoziato non ci sono: non ci sono gli Ogm, la cultura, i servizi pubblici, i diritti (d’autore, ndr}. Tutte cose del tutto escluse dal mandato. È evidente che dietro c’è il rifiuto dell’idea di globalizzazione, di mercato, oltre a un non trascurabile antiamericanismo”.
Calenda: “Globalizzazione ha punito la classe media”
Non è comprensibile un certo timore per la globalizzazione? “Comprensibilissima. La globalizzazione è stato un processo che ha avuto cose positive e cose negative: un miliardo di persone è venuta fuori dalla povertà assoluta, ma allo stesso tempo ha fortemente divaricato le nostre società danneggiando soprattutto la classe media. Ma proprio per questo il Ttip è importante: esso rappresenta il modo in cui ci possiamo riappropriare del timone della globalizzazione”. In che senso? “Se le due aree più sviluppate del mondo che hanno gli standard più elevati del mondo si mettono insieme, quegli standard divengono gli standard mondiali, obbligando tutti gli altri Paesi a elevare i propri”.