Donald Trump sempre all’attacco: «È Barack Obama il fondatore dell’Isis»
Donald Trump li fa impazzire. Il candidato repubblicano alla Casa Bianca, osteggiato da mezzo partito, inviso all’establishment, alle banche, a Wall Street, a larga parte di Holliwood e all’intellighentia liberal a stelle e strisce, se ne sbatte allegramente e continua la sua marcia d’avvicnamento al voto di novembre consapevole di interpretare un sempre più diffuso sentimento popolare. Mena fendenti a destra e a manca Donald Trump. Ma siccome dice quel che nessuno avrebbe il coraggio di pensare, affascina l’America profonda. La middle class devastata dalle ricette di Obama e nauseata dal politicamente corretto. Perciò eccolo l’ultimo affondo: Barack Obama è “il fondatore dell’Isis”. E per non ingenerare equivoci ecco che Donald Trump ripete l’accusa per ben tre volte. Dopodichè spiega che Hillary Clinton: “è la cofondatrice dell’Isis”. Eccessivo? Toni da campagna elettorale? Forse che si, forse che no. Ma quando il tycoon accusa Obama e Hillary di aver perseguito politiche che hanno creato un vuoto in Iraq, vuoto riempito dall’Isis non dice altro che una verità effettuale, incontrovertibile. Coi soldi americani, con le armi americane con l’aiuto logistico e addirittura il supporto americano: solo così un gruppo di invasati tagliagole si è impadronito di una porzione di Iraq e Siria (guarda caso dove ci sono pozzi petroliferi) e un delinquentello, da loro catturato e rilasciato, si è autoproclamato Califfo. Non sarebbe potuto accadere senza i micidiali errori di valutazione, senza la supponenza e la miopia politica dell’amministrazione di Washington. Come non sarebbe potuto accadere lodierno disastro siriano né, prima, la tragedia libica. Ecco perchè Donald Trump fa paura. Ecco perchè li fa impazzire. Ecco perchè ha tutti quelli che “contano” (e che temono di non contare più nulla) contro. In America e in ogni altra parte del mondo. A cominciare dall’Italia di Renzi. Motivo per cui a noi sta simpatico. Un motivo in più per fare il tifo per the Donald.