False lettere dell’Agenzia delle Entrate: ecco come riconoscere la truffa
Nuovi tentativi di truffa ai danni dei contribuenti: lo denuncia l’Agenzia delle Entrate, che spiega come riconoscere le false comunicazioni. «Nei giorni scorsi – spiega in una nota – alcuni cittadini residenti nel Lazio hanno ricevuto una falsa lettera di richiesta di chiarimenti sulla base di presunti controlli automatizzati delle dichiarazioni e redditometro. Nella lettera, che ricalca quelle ufficiali dell’Agenzia delle Entrate con il logo e la riproduzione della firma di un dirigente, si chiede ai contribuenti di regolarizzare la propria posizione versando una somma superiore a 4mila euro tramite conto corrente postale o bonifico bancario ad una società denominata GE.RI. L’Agenzia precisa che non si tratta di comunicazioni ufficiali da parte dell’Amministrazione e ricorda che non chiede mai pagamenti tramite conto corrente postale o bonifico bancario, ma solo con l’utilizzo dei modelli di pagamento F23 o F24. Invita, inoltre, a non dare seguito alle richieste della falsa lettera e invita i destinatari a denunciare il tentativo di truffa, rivolgendosi quanto prima a qualsiasi ufficio delle Entrate e alle forze di polizia».
Le nuove indagini del fisco
L’equivoco, anzi il tentativo di truffa, nasce anche dalle nuove norme sui controlli dei conti correnti entrate in bigore da poco tempo. Se il contribuente non riesce a spiegare al Fisco per quale scopo ha utilizzato la somma prelevata dal conto, l’Agenzia delle Entrate è legittimata a ritenere che la vera finalità sia un investimento e che, da questo, sia derivato un ulteriore reddito, e scatta immediatamente un accertamento fiscale. La Corte Costituzionale con la sentenza n. 228/2014, ha ritenuto illegittima l’applicazione di tale norma anche ai professionisti: la motivazione principale consiste nel fatto che tale categoria di contribuenti non è tenuta a una doppia contabilità.