Foto osè e scandalo sexy, sulla Clinton una “bomba” di nome Huma Abedin

30 Ago 2016 10:24 - di Franco Bianchini

Poche parole, ma esplosive e tutto sommato non aspettate, non ora. Huma Abedin, la braccio destro di Hillary Clinton, la sua più stretta collaboratrice e “custode”, ha annunciato la separazione dal marito Anthony Weiner dopo che il New York Post lo ha ribeccato a inviare foto ammiccanti con il telefonino. Una vicenda privata e della cui privacy Huma Abedin chiede pubblicamente il massimo rispetto, ma che piomba nel bel mezzo dello sprint finale nella corsa per la Casa Bianca creando inevitabile imbarazzo per Hillary e dando una ennesima occasione a Donald Trump per attaccare la rivale. «L’unica mia preoccupazione è il Paese. Hillary è stata noncurante e negligente nel permettere a Weiner di essere vicino ad informazioni secretate. Chi lo sa cosa ha saputo e a chi lo ha riferito? È un altro esempio della cattiva capacità di giudizio di Hillary. È possibile che il nostro Paese e la sua sicurezza siano stati compromessi». Questo l’inevitabile affondo di Trump, così come inevitabile sarà risultato per Huma Abedin rendere pubblica la sua separazione, dopo che il New York Post ha rivelato che, nonostante le promesse e la contrizione, a distanza di anni Weiner quel vizietto non l’ha perso e ha intrattenuto uno scambio di foto osé con una donna negli ultimi mesi, incurante evidentemente anche del delicato ruolo della moglie, su cui gli occhi restano puntati anche da parte di chi si aspetta da un momento all’altro che la grande scivolata di Hillary provenga dalle mail scambiate via account e server privati durante il suo mandato a capo del dipartimento di Stato.

 La vicenda di Huma Abedin e la vita da “separata in casa”

Huma Abedin allora era chief of staff di Hillary Clinton e spesso faceva da tramite nelle comunicazioni con la segretario di Stato. Il tabloid ha pubblicato l’immagine incriminata di Weiner in boxer e persino con accanto il figlio di cinque anni che dorme, a dimostrazione che non si tratta di un semplice sospetto, ma che l’individuo è recidivo: il vizietto gli era già costato la carriera politica con le dimissioni da deputato prima e la rinuncia poi, da giovane promessa che era, alla corsa per la poltrona da sindaco di New York. Allora Huma Abedin rimase accanto al suo uomo e, quasi a ricalcare le orme dalla sua mentore Hillary, comparve al suo fianco in conferenza stampa: lui affranto e contrito, lei pronta a fare di tutto per «salvare la famiglia». Questa volta non è andata così e se è vero che, come dicono adesso confidenti, i due erano di fatto separati in casa da tempo, tanto meglio voltare pagina adesso e non rischiare docce fredde alla vigilia del voto, o peggio accuse di aver portato all’interno della Casa Bianca un altro scandalo a sfondo sessuale. Hillary Clinton non se lo può permettere, perché se i sondaggi sono a suo favore la diffidenza resta. Per questo adesso è il New York Times a criticarla e pungolarla per come tiene i giornalisti a distanza, ricordando che la stampa al seguito della candidata viaggia su un aereo separato.

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