Ragazza morta per meningite: allarme tra i pellegrini della Gmg
Allarme meningite tra i giovani pellegrini italiani. Lunedì a Vienna, nel viaggio di rientro da Cracovia, dove aveva partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù, è morta una ragazza della parrocchia romana di San Policarpo per meningite. La giovane si chiamava Susanna Rufi e aveva 19 anni. I genitori (il padre è Enrico Rufi, giornalista di Radio Radicale) sono immediatamente partiti per Vienna. È invece rientrato l’allarme meningite per un’altra ragazza di una parrocchia romana che nelle stesse ore ha accusato febbre e mal di testa, al rientro verso l’Italia. I test specifici hanno dato esito negativo ma la ragazza è stata trattenuta in ospedale a Udine mentre tutti gli altri sono ripartiti nella notte per Roma, solo per attendere i risultati di altri esami clinici e per motivi precauzionali. La giovane faceva parte di un gruppo composto di tre pullman di parrocchie romane con cui viaggiava anche la giovane deceduta. L’intera comitiva era già stata sottoposta a profilassi in Austria e il rischio che la giovane potesse aver subito un contagio era minimo, ma dopo il malore è stata accompagnata in via precauzionale al pronto soccorso a Udine.
Rientrato l’allarme meningite per un’altra giovane
Essendo la giovane transitata per “Casa Italia”, il quartier generale a Cracovia del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile della Cei, “l’ospedale di Vienna, a livello cautelativo, invita coloro che abbiano visitato la struttura ad effettuare il medesimo trattamento”, informa la stessa Cei. Il gruppo degli italiani alla Gmg era il più numeroso dopo quello polacco e si calcola che almeno 100mila ragazzi siano transitati dalla struttura a loro dedicata, considerato che era il punto di riferimento non solo pastorale ma anche logistico. “Nel caso in cui qualcuno accusasse sintomi quali febbre alta, mal di testa o di gola, problemi di vista o perdita di conoscenza, deve recarsi subito in ospedale – è l’appello dei medici rilanciato dalla Cei – indicando quale potrebbe esserne la causa”. I vescovi, che non hanno diffuso le generalità della ragazza, si stringono “nel cordoglio attorno ai familiari della ragazza rimasta vittima, a conclusione di un’esperienza che è stata all’insegna della fraternità e della condivisione”.