Impiccati 36 jihadisti in Iraq: furono gli autori del massacro di Camp Speicher
Un’esecuzione di massa è avvenuta in Iraq: 36 jihadisti sono stati impiccati per uno dei più gravi massacri mai avvenuti nel paese. Quello compiuto dall’Isis a Camp Speicher, una base militare a Tikrit, a nord di Baghdad nel 2014, in cui le vittime potrebbero essere state fino a 1.700. Quando nell’aprile dello scorso anno Tikrit, città natale di Saddam Hussein, fu liberata dalle milizie dell’Isis, emersero le atrocità compiute dai jihadisti: furono rinvenute diverse fosse comuni con i resti di centinaia di cadaveri. Durante la loro avanzata verso Mosul nelle regioni di al Anbar, Salaheddin e Ninive, i jihadisti dello Stato islamico avevano catturato circa 1.700 militari in fuga dalla base militare di Speicher, un ex compound statunitense alla periferia di Tikrit.
I 36 jihadisti furono catturati e condannati dalla Corte
Poco dopo, l’Isis diffuse dei filmati in cui mostrava le esecuzioni di massa compiute contro i militari. Alcuni soldati furono giustiziati sommariamente con un colpo di pistola alla testa e gettati nel Tigri. Altri falciati da raffiche di fucili automatici, dopo essere stati fatti scendere dai camion nei quali erano stati stipati. Il massacro suscitò indignazione in tutto l’Iraq alimentando in parte la mobilitazione delle milizie sciite nella lotta al Califfato. I 36 jihadisti vennero catturati all’epoca e condannati a gennaio di quest’anno da una corte. Poi, nella prigione di Nassiriya, nel sud del Paese, sono stati tutti impiccati. Le esecuzioni sono in qualche modo legate al sanguinoso attacco terroristico che ha colpito Baghdad il mese scorso in cui sono morte più di 300 persone, il più grave dalla caduta del regime di Saddam Hussein. All’indomani dell’attacco il primo ministro Haider al-Abadi disse infatti di volere accelerare l’esecuzione di detenuti condannati a morte nei casi di terrorismo..