«L’Anpi va sciolta, semina solo odio e rancore»: il post di Saia fa discutere
Tutto è partito dalla notizia della medaglia (prima data e poi ritirata) per il partigiano vicentino Valentino Bortoloso, colpevole di aver partecipato all’eccidio di Schio. Un episodio doloroso di barbara violenza da parte di alcuni partigiani nei confronti dei prigionieri fascisti. Episodio che, dopo 70 anni, costituisce una ferita aperta per molti veneti. Tra questi l’assessore Maurizio Saia che nell’eccidio ha perso un cugino della madre, mentre uno zio si è miracolosamente salvato. Da qui il post su Facebook: «C’era anche il fratello più vecchio di mia madre in quel carcere. L’ Anpi dovrebbe essere sciolta per legge. In settant’anni ha saputo solo seminare odio e rancore».
L’Anpi e il Pd insorgono, Saia replica duro
Non appena si “tocca” l’Anpi il centrosinistra insorge. E per bocca del presidente dell’associazione partigiani, del suo vice e dell’ex sindaco Flavio Zanonato, come in un copione visto mille volte, vengono chieste le dimissioni di Saia, “accusato” di proporre la messa a tacere dell’Anpi. Una richiesta di dimissioni cui si accoda anche il segretario provinciale del Pd Massimo Bettin: «Questo fascista ora deve decidere se scusarsi o dimettersi». Non si fa attendere, sempre su Facebook, la replica di Saia: «Bettin oltre all’ossessione degli accessi agli atti ha anche l’ossessione delle richieste di dimissioni – ironizza – Io credo che le scuse dovrebbe chiederle l’Anpi che subdolamente dopo 70 anni ha chiesto e ottenuto dalla Presidenza della Repubblica un’immeritata medaglia per chi, a guerra terminata, pensò bene di entrare in un carcere e assassinare 54 persone a raffiche di mitra».