Operazione “paradisi sicuri” in Libia: nuovi raid aerei americani sull’Isis
Il governo di unità libico ha chiesto raid aerei americani contro l’Isis a Sirte: lo annuncia il premier Fayez al Sarraj, in conferenza stampa citato dai media locali, affermando che i primi bombardamenti sono stati effettuati oggi stesso. Il Pentagono conferma da parte sua i raid americani contro l’Isis in Libia su richiesta del governo di unità libico. Lo afferma il portavoce del Pentagono Peter Cook, sottolineando che i raid puntano a negare all’Isis “paradisi sicuri” in Libia. Il governo di unità nazionale in realtà controlla una minima parte del territorio libico e ha gravi contrasti al suo interno.
In Libia è sempre più caos
Intanto si apprende che dal 1 al 31 luglio la missione Onu in Libia (Unsmil) ha documentato i casi di 12 civili uccisi, tra cui 4 bambini, e altri 29 feriti, in scontri a Bengasi, Derna e Kufra. Si tratta di persone che non hanno partecipato direttamente alle ostilità ma ne sono rimaste coinvolte. La maggior parte delle vittime sono state causate da colpi di arma da fuoco, o dall’esplosione di ordigni improvvisati e residuati bellici. Ma non sono mancati i raid aerei e i lanci di granate. L’Onu ha aggiunto che il 21 luglio in una discarica di al-Leithi vicino Bengasi, sono stati ritrovati i corpi di 14 persone con segni di tortura e ferite di arma da fuoco alla testa. Il 27 luglio il centro medico di Bengasi ha consegnato ai perenti i corpi di tre infermieri uccisi dall’Isis. Unsmil, che si è basata su informazioni raccolte grazie ad un controllo incrociato di varie fonti, ha chiesto ai soggetti impegnati nei combattimenti di proteggere i civili e di cessare le esecuzioni dei prigionieri. Nel conteggio non figurano le vittime a Sirte.