Padoan jr contro il ministro Orlando. L’ansia di rivoluzione dei figli di papà
Rischia di diventare il caso politico di fine estate, di soppiantare anche la notizia dei vacanzieri di Capalbio ostili ai profughi. Veronica Padoan, figlia del ministro dell’Economia, è stata fotografata a più riprese mentre protestava contro il ministro della Giustizia Orlando davanti alla prefettura di Foggia a favore dei braccianti-schiavi. Un’iniziativa della rete “Campagna in lotta” che si occupa di iniziative di protesta per garantire diritti ai migranti sfruttati dal caporalato. Con un megafono, la battagliera Veronica ha denunciato la piaga degli schiavi delle campagne e, assieme ad una quindicina di migranti, ha esposto un lenzuolo con una scritta rossa e nera: “Sul nostro lavoro decidiamo noi. We need yes”. Una giusta causa, per carità. Di quelle, per dirla con Francesco Guccini, che vengono sposate con passione “da chi ha tanto tempo e anche il lusso di sprecarlo”. Una situazione di sfruttamento di nuovi schiavi inaccettabile che si protrae da quando c’era alla Regione il compagno Nichi Vendola, che guarda caso non è riuscito a risolvere nulla. Anche adesso la Regione è saldamente in mano al centrosinistra con Michele Emiliano.
Il ministro Orlando ha postato su Fb le foto del “ghetto di Rignano”, a 40 km da Foggia: si vede una grande baraccopoli dove vivono più di duemila braccianti-schiavi costretti a dormire dove capita, a prelevare l’acqua dalle cisterne, a calpestare uno sterrato fangoso attorno al quale è ammassata un’enorme quantità di oggetti abbandonati: reti, materassi, mobili, sedie, sdraio e poi vecchie auto e vecchie roulotte. Le baracche sono fatte con pezzi di legno e lamiera, sono come imbracate in teloni di plastica. Delle circa duemila persone che vivono qui, la maggior parte sono uomini, ma ci sono anche diverse donne. Il ghetto è una sorta di vera e propria cittadella nel nulla, con baracche adibite a ‘negozi’, in cui si vendono pane, alimentari e merci di vario genere, e anche una moschea per pregare. Forse però postare le foto su Fb non è sufficiente. Lo può fare un qualunque cittadino. Da un ministro ci si aspetta qualcosa di più.