Pm all’angolo: devono spiegare perché l’indiano Lubhaya è uscito di galera
Il caso Lubhaya sta riempendo le pagine dei giornali scatenando l’inferno in politica. E le parole della mamma della bimba finita tra le braccia dell’indiano “rapitore” hanno scosso le coscienze. Persino il governo esce dalla sua tana: «Io credo che sia interesse di tutti che la ricostruzione dei fatti avvenga tramite le forme previste dalla legge, cioè tramite accertamento che il Ministero dispone e questo per due finalità: da un lato per valutare se c’è stata una correttezza da parte della magistratura e dall’altro per evitare che si celebrino processi paralleli o processi al processo che non sono previsti nel nostro ordinamento», ha detto a Foggia il ministro della Giustizia, Andrea Orlando che aveva già deciso di avviare “verifiche preliminari” sulla vicenda Lubhaya attraverso l’ispettorato del ministero.
Le polemiche su Lubhaya e l’operato dei giudici
«L’indiano che ha provato a rapire la bambina di cinque anni in una spiaggia siciliana è stato di nuovo liberato, dopo essere stato interrogato, e ora è di nuovo a zonzo», ha scritto su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. «Nell’Italia di Renzi e Alfano – ha scritto ancora – funziona così: un clandestino pregiudicato tenta di rapire una bambina, ma per la legge italiana non può essere né arrestato né espulso e dobbiamo tenercelo libero di girare per le nostre città a fare i suoi porci comodi. Quando manderemo a casa i pagliacci che ci governano reintrodurremo il reato di immigrazione clandestina e la certezza della pena e follie come queste non succederanno più». Dal canto suo, Daniela Santanché di Forza Italia ha osservato che «l’indiano Lubhaya è stato prima rilasciato, poi riascoltato, poi rilasciato di nuovo. Il pm è in preda alla schizofrenia più totale con buona pace della famiglia di quella povera bimba che si ritrova quel delinquente ancora per strada oppure è ansia di consenso mediatico? Cosa dicono il ministro Orlando e il Csm?».