Prima il boato, poi la scossa: «Cadeva di tutto, siamo scappati in strada»
«Abbiamo sentito un boato, poi una scossa lunghissima che ci ha buttato dal letto: sono caduti bicchieri e soprammobili, mi sono ritrovato le pareti di alcune stanze attraversate da crepe, ho preso mia moglie e mia figlia e siamo scappati in strada, come tutti gli altri abitanti del palazzo». Giuseppe Ercoli, corrispondente dell’Ansa da Ascoli Piceno, è una delle centinaia di persone che ha trascorso la notte all’aperto per il sisma di magnitudo 6 che alle 3:36 ha sconvolto i centri dell’Appennino di Marche, Umbria e Lazio.
Dopo la scossa non c’era neppure l’energia elettrica
«Non c’era energia elettrica, si sentivano ambulanze sfrecciare a tutta velocità, ed era impossibile mettersi in contatto telefonico: tutte le linee sono rimaste a lungo intasate». Poi «la seconda forte scossa». E le prime notizie su crolli, morti e feriti ad Arquata del Tronto e Pescara del Tronto. Il terremoto, avvertito distintamente in tutte le Marche, ha fatto danni anche a Macerata e in provincia, a Gualdo, Castel Sant’Angelo sul Nera, Mogliano. «Mi sono svegliata di soprassalto – racconta al telefono un’anziana maceratese di 83 anni -, ho sentito degli oggetti cadere in cucina e ora mi trovo qui, in auto, con una vicina: credo che la mia casa sia inagibile. E’ un edificio degli anni ’70, ma si è riempito di crepe. Ho provato a chiamare i vigili del fuoco ma non ci sono riuscita, erano tutti occupati».