Rampelli: «Parisi? Ha perso. I grillini? Sono dei socialconfusi, durano poco»

18 Ago 2016 15:55 - di Redazione

Il giorno di Ferragosto Libero ha pubblicato una interessantissima intervista a Fabio Rampelli, architetto,  capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, deputato di Alleanza Nazionale e poi del Pdl, in precedenza consigliere regionale e comunale e attivo nelle organizzazioni giovanili e studentesche del Msi-Dn. Alla fine degli anni Settanta Rampelli ha fatto parte della nazionale italiana di nuoto conseguendo anche record che sono rimasti imbattuti per anni. Da sempre attivissimo nell’agone politico italiano, ha svolto un ruolo fondamentale per il centrodestra italiano in diverse occasioni, come ad esempio la storica richiesta di revisione per i libri di testi scolastici italiani, che per decenni hanno taciuto o sottaciuto elementi storici importanti come l’esistenza delle foibe, per adeguarsi all’intellighentzia antifascista imperante da dopo la guerra in poi. Ma tornando a tempi più recenti, l’intervista all’esponente di Fratelli d’Italia è a tutto tondo, quasi per tracciare un punto sulla strategia del partito guidato da Giorgia Meloni per il futuro prossimo venturo. Libero chiede a Rampelli se esista nacora la Nazione. La risposta non ha esitazioni: «La Nazione precede lo Stato e sempre gli sopravviverà. Lo Stato può esaltarla o deprimerla, ma non può mai ucciderla. La Nazione italiana – prosegue Rampelli – fatta di sapere, diritto, genio, paesaggio, tradizione, talento, sensibilità, conquista l’unità con il risorgimento e la Grande Guerra, ma oggi soffre e resiste a stento al dirigismo europeo. L’egemonia tedesca ha fatto esplodere altre volte nei secoli il vecchio continente, l’Italia deve essere oggi avanguardia di un’alleanza per contenere l’ottusità tedesca resa più temibile dal conforto della grande finanza». Libero lo definisce uno dei principali registi della politica della destra italiana da un paio di decenni; discreto, lontano dalle telecamere ma visionario. Sul futuro del centrodestra italiano, Rampelli pensa che «l’Italia ha bisogno dei contenuti e del valori del centrodestra, ma in questa fase storica la maionese è impazzita, Renzi ha ucciso la sinistra e cerca di intercettare un pezzo di elettorato moderato, Berlusconi (…) sembra voler rincorrere lo stesso schema del 1994: tutto il potere a un uomo solo. La differenza in negativo è che non si capisce quanto voglia fare da stampella al Pd». Per il capogruppo di FdI a Montecitorio insomma alle prossime elezioni occorre evitare una trista contesa tra il Pd e M5S, con un centrodestra marginale.

Rampelli: non dobbiamo avere un ruolo marginale tra Pd e M5S

Alla domanda poi se esista questo progetto di una lista lepenista o di destra identitaria che vedrebbe cofondatori la Lega e FdI, Rampelli chiarisce: «L’interesse nazionale con questa legge elettorale prevede una rifondazione di tutto il centrodestra, con il rispetto delle identità di ciascuno per creare uno schieramento vincente». Insomma, dice Rampelli, «nessuno tra di noi punta a isolarsi per favorire Renzi o Grillo, noi vogliamo vincere, non partecipare. Ovvio che non ci faremo dare ordini e allearci con chi è alternativo al Pd e non auspica un nuovo patto del Nazareno». Alla domanda di Libero – provocatoria – sulla Lega Nord, Rampelli non si sottrae: per lui nella Lega «non è cambiato molto dal passato, per quanto tutti si aspettino da Salvini un’evoluzione del progetto leghista. E noi pure». Per quanto riguarda quelle che i mass media di sinistra definiscono “sparate”, per Rampelli sono più il frutto di un atteggiamento che una linea politica. «Sull’immigrazione – dice – mi piacerebbe che il bersaglio fossero sempre il governo, i trafficanti di uomini, i parassiti dell’accoglienza, e nomi disperati che vengono sfruttati». Sulla candidatura e laeder del centrodestra di Stefano Parisi, Rampelli si limita a ricordare che Parisi ha perso le elezioni ma che se Berlusconi vuole farlo leader di Forza Italia, fatti suoi. «Quello che è certo è che Parisi non può diventare leader della coalizione per editto». Poi, per quanto riguarda le primarie, per Rampelli va bene qualsiasi leader fuoriesca da una elezione primaria, con regole condivise. In ogni caso, Rampelli ritiene che «Giorgia Meloni potrebbe vincere qualsiasi primaria, perché la sua forza è non essere sola, rappresentare un’area culturale ampia ed essere una leader completa. Può battere chiunque». Infine, sulla elezione di Virginia Raggi a sindaco di Roma, Rampelli ritiene che il risultato della Meloni sia stato straordinario, malgrado la fronda berlusconiana e si dice convinto che «non appena i grillini avranno dimostrato di essere socialconfusi, i nostri elettori anti-sistema ce li riprenderemo tutti». In ogni caso, tiene a precisare, «noi lavoreremo per Roma, non contro Virginia Raggi».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *