Referendum, la Cassazione dà il via libera. Il No cresce, Renzi suda freddo
Il referendum si farà: lo ha deciso la Corte di Cassazione che ha ammesso la richiesta. Ora entra a pieno ritmo la campagna per il No, con le opposizioni schierate per contrastrare la cosiddetta schiforma e nel Pd è già resa dei conti. Molti dem già si sono pronunciati per la bocciatura: «È finito il tempo del cincischiare», avverte Miguel Gotor, senatore vicino a Bersani. «O alla ripresa si avvierà una seria iniziativa politica e parlamentare sui punti segnalati da ormai due anni oppure ognuno di noi si assumerà le proprie responsabilità nel Partito e davanti al Paese».
Immediato l’affondo del centrodestra sul referendum
«Noi diciamo “no, grazie” alla riforma costituzionale di Renzi perché non abolisce il Senato ma riduce la democrazia e toglie agli italiani la possibilità di eleggere i senatori». Ad affermarlo è Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. «Al posto del popolo saranno le segreterie di partito a indicare chi siederà in Senato. Noi vogliamo abolire davvero il Senato e dare all’Italia un Parlamento più efficiente e all’altezza delle sfide che la nostra Nazione ha davanti a sé». Alla campagna adesioni al comitato “No, Grazie”, al quale hanno aderito oltre 200 tra sindaci, presidenti di regione, amministratori e consiglieri locali.
Renato Brunetta punta sull’aspetto strettamente “politico” del referendum confermativo: «Ci ha pensato il presidente del Consiglio (si fa per dire), Matteo Renzi, personalizzando la riforma e l’esito della consultazione, dicendo: “Se perdo mi dimetto, se non vince il “sì” lascio la politica, dopo di me il diluvio”. Beh, se il premier mai eletto vuole questo noi non abbiamo assolutamente nulla in contrario. In autunno vincerà il “no” e Renzi andrà a casa, andrà in esilio in quel di Rignano con i suoi cari». Anche i Cinquestelle incalzano: «Ora che la Corte di Cassazione si è pronunciata, Renzi deve smetterla di prendere in giro i cittadini italiani e indicare immediatamente la data in cui si andrà a votare per il referendum costituzionale», affermano in una nota congiunta i parlamentari M5s di Camera e Senato.