Rissa tra profughi al Cara di Bari: un eritreo in fin di vita
È in pericolo di vita, in seguito a un accoltellamento avvenuto al Cara di Bari, un cittadino eritreo, di 43 anni, ospite del centro di accoglienza per richiedenti asilo. Si tratta di Teweldebrhan Kahsay accoltellato da un connazionale, Rezene Tekeste, di 45 anni, arrestato dai carabinieri. Secondo una prima ricostruzione dei militari dell’Arma, l’accoltellamento sarebbe avvenuto in seguito a dissidi interni alla micro-realtà eritrea all’interno del Cara. A eseguire l’arresto di Tekeste, accusato di tentativo di omicidio, sono stati i carabinieri in servizio al centro richiedenti asilo. Il coltello con cui è stato ferito Kahsay è stato recuperato. L’uomo, colpito all’addome, è stato soccorso dagli operatori di un’ambulanza del 118 e trasferito in codice rosso al vicino ospedale San Paolo dove è stato operato d’urgenza. Le sue condizioni sono gravi.
Il centro di Bari Palese ospita circa 1500 profughi
Il centro di accoglienza per richiedenti asilo di Bari Palese, dalla capienza di oltre mille e cinquecento persone, è un grande complesso ospitato all’interno della base dell’Aeronautica, nei pressi della vecchia pista dell’aeroporto militare. Attualmente ospita circa 900 eritrei. Prima dell’apertura ufficiale del Cara, avvenuta nel 2008, in questa stessa area insisteva la c.d. roulottopoli, il campo di accoglienza d’emergenza che veniva utilizzato all’occasione durante il periodo estivo, quando il numero di sbarchi sulle coste pugliesi lo imponeva. Le risse al Cara di Bari sono all’ordine del giorno. Nel giugno scorso, trecento profughi hanno paralizzato il traffico cittadino e per gestire l’emergenza erano dovute intervenire le forze dell’ordine. Un modo per protestare contro le lungaggini del programma di relocation che li ha portati temporaneamente nel capoluogo pugliese prima di essere trasferiti in altri Paesi.