Scosse anche a Napoli, ma nessuna paura: è solo bradisismo
30 Ago 2016 7:19 - di Redazione
Uno sciame sismico di lieve entità e molto superficiale è stato registrato ieri ai Campi Flegrei. Nell’arco di due ore, dalle 16.30 alle 18.27, si sono succedute 45 scosse. La scossa maggiore è stata «di magnitudo 1,7 e si è verificata alle 17,45», ha detto il sismologo dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia, Giovanni Ricciardi, secondo quanto si legge su “Il Corriere della Sera“.
Napoli, centinaia di chiamate all’Osservatorio. Epicentro nella zona di Agnano
«Sono stati eventi molto superficiali, avvenuti in zona Agnano-Pisciarelli a circa un chilometro di profondità e – ha aggiunto l’esperto – per questo la popolazione ha sentito sia il boato sia la vibrazione del suolo. Abbiamo avuto almeno un centinaio di telefonate di persone allarmate perché, dopo il sisma nell’Italia centrale, ovviamente le persone hanno i nervi più scossi». Non ci sono collegamenti con quel terremoto ha osservato Ricciardi, «in questo caso lo sciame sismico è stato causato dal fenomeno vulcanico, ossia al sollevamento del suolo, l’ormai notissimo bradisismo in atto ai Campi Flegrei».
Solo un fenomeno vulcanico: nessun problema
Dunque un po’ di allarme e preoccupazione tra la gente, attenzione vigile invece tra gli studiosi dal momento che, come è noto, l’area resta monitorata attentamente ed è al secondo grado nella scala di emergenza: il giallo che indica proprio la soglia di attenzione. Italo Giulivo, direttore regionale della Protezione civile è sereno: «Parliamo di una sequenza scosse di una scala inferiore al grado 2 della Ritcher, quindi si tratta di scosse molto deboli». Ieri il dipartimento regionale della Campania ha continuato a lavorare alla gestione del campo base per aiutare i terremotati del centro Italia. Un campo allestito in provincia di Ascoli Piceno, in una radura a 950 metri di quota dove sono state sistemate le tende, la cucina da campo e tutti gli strumenti per assistere gli sfollati. Un lavoro che gli uomini e le donne dirette da Giulivi stanno facendo in stretto coordinamento con la Protezione civile nazionale. Intanto però in Campania resta sempre il ritardo di oltre cento comuni che non hanno ancora approvato e trasmesso al dipartimento regionale i loro piani di emergenza. Una carenza che pone la Regione m fon- do alla classifica nazionale.