Scuole a rischio, Legambiente: “Quelle vecchie sono molto più sicure…”
27 Ago 2016 8:13 - di Redazione
La metà delle scuole italiane è stata costruita m zone sismiche o su terreni friabili, attraversati da falde acquifere. La manutenzione è scarsa. Per non parlare del fatto che spesso fanno fatica a parlarsi lo Stato centrale, che finanzia le opere di consolidamento, e gli enti locali, che dovrebbero realizzare gli interventi e certificare la sicurezza degli istituti. Qualche anno fa il Consiglio nazionale dei geologi calcolò che ci sarebbero voluti 110 armi per mettere in sicurezza tutti i plessi scolastici nazionali, si legge su il Mattino.
Scuole a rischio crollo: una su due non regge alle scosse
Racconta Vanessa Pallucchi, autrice del rapporto «Ecosistema scuola» di Legambiente; «Ci siamo resi conto che in Italia i vecchi plessi scolastici umbertini reggono meglio al tempo rispetto a quanto fanno gli edifici costruiti dopo gli anni Settanta. Cioè quando sono entrate in vigore le prima normative antisismiche in materia di costruzione». Un paradosso? «Non solo, ma una semplice considerazione che ci dimostra, induttivamente, quanto sia variegato lo stato della sicurezza delle scuole italiane, perché sono a rischio di crollo anche strutture che in teoria dovrebbero resistere all’urto delle onde telluriche. Perché? Perché in molti casi sono stati costruite con materiali scadenti; in altri, invece, non si fa la manutenzione; quindi basta un’infilrazione d’acqua per far sbriciolare un solaio».
Scuole: disastrosi gli edifici costruiti dopo gli anni 70
Per non parlare del fatto che spesso fanno fatica a parlarsi lo Stato centrale che finanzia le opere di consolidamento e gli enti locali, che dovrebbero realizzare gli interventi e controllare e certificare la sicurezza degli istituti stessi. Ma le parole di Vanessa Pallucchi restituiscono un perfetto quadro del livello della sicurezza italiana su questo versante do- pò il terremoto di Amatrice. Perché più angosciante dei numeri sono i fatti di cronaca, dove si mischiano interventi sbagliati o insufficienti, stabili vetusti e l’incapacità dell’uomo di contenere la forza della natura.