“Vietiamo la Germania agli islamici”. La proposta è sul tavolo della Merkel
La Csu, l’ala bavarese del partito della cancelliera Angela Merkel, si sta orientando a chiedere che l’immigrazione in Germania sia connessa alla «vicinanza» ai valori e alla cultura tedeschi, che sono distanti da quelli islamici. Lo riferisce il quotidiano Die Welt citando estratti di una bozza del nuovo «programma fondamentale» dell’unione cristiano sociale che sarà discusso in una riunione settembre e poi in un congresso a novembre. «Accanto alla qualifica professionale e le necessità della nostra economia, nella scelta degli immigrati in futuro bisognerà osservare con maggiore attenzione anche la vicinanza dell’ambito culturale», si afferma nella bozza. La Welt cita anche il presidente della Commissione per il programma fondamentale, Markus Blume, il quale ha detto che «può essere un problema» accogliere un immigrato musulmano, fra l’altro dato che la religione islamica non conosce la separazione fra Stato e fede. Un ambiente in cui è «l’imam che decide dove si va» è «lontano» e non «vicino» all’ambito culturale tedesco, la vicinanza al quale deve essere «presupposto per l’integrazione», precisa ancora il giornale sintetizzando il senso del documento.
In Germania pesano gli attentati di profughi islamici
Nei giorni scorsi un tribunale amministrativo tedesco, a Osnabrueck, ha respinto il ricorso di una giovane tedesca musulmana che voleva poter insegnare in una scuola serale portando il niqab, il velo islamico che lascia vedere solo gli occhi. Il diritto di manifestare il proprio credo religioso tutelato dall’articolo 4 della Legge fondamentale tedesca le è stato negato argomentando che prevale quello, garantito dall’articolo 7, a un’adeguata istruzione degli alunni, di cui fa parte anche la comunicazione non-verbale del volto. Un’indicazione l’aveva data la cancelliera giovedì parlando di burqa o niqab quale ostacolo all’integrazione delle donne musulmane nella società tedesca. Di fondo c’è la questione dell’ 1,1 milioni di profughi entrati l’anno scorso in Germania grazie soprattutto alla politica delle frontiere aperte voluta da Merkel con l’obiettivo di ringiovanire demograficamente l’economia tedesca e ribadita anche nelle ultime ore dalla cancelliera ripetendo in un’intervista «Ce la facciamo» (a gestire la massa dei profughi). Ma ci sono i fatti di cronaca a pesare sull’opinione pubblica tedesca: due dei quattro attentati compiuti il mese scorso sono stati opera di profughi islamici.