Alibaba e i 40 renziani: ecco l’ultimo assist del premier agli amici…
Alibaba non è solo quello della famosa favola di Aladino e dei quaranta ladroni ma da qualche tempo a questa parte evoca la leggenda dei quaranta, forse più o forse meno, renziani che fanno affari grazie al leader mondiale dell’E-commerce, con cui il governo italiano ha siglato diversi accordi a tutela del made in Italy per favorire le nostre esportazioni in Cina. Tutto bene, anzi, benissimo, se non fosse che la società incaricata di fare da tramite tra le aziende italiane e il colosso cinese è ancora una volta riconducibile a un renziano doc, il braccio destro di Matteo Renzi, quel Marco Carrai al quale il premier voleva affidare perfino i servizi di sicurezza cibernetica di Palazzo Chigi. Nulla di illegale, sia chiaro, ma a proposito del tanto amato tema berlusconiano del conflitto di interessi, qualche dubbio si può sollevare?
Come ci informa il Fatto Quotidiano, in base a un accordo del 2014, poi rinnovato nell’agosto del 2016, “le aziende italiane possono operare sul mercato online cinese grazie alla piattaforma di Aibaba, fondata da Jack Ma, un 51enne a capo di un colosso che capitalizza 180 miliardi di dollari”. Ma, secondo il Fatto, “per poter partecipare allo sbarco vortuale e vendere i propri prodotti nelle terre di Pechino le aziende italiane devono passare dalla E.MarcoPolo che fa da tramite. E chi c’è nella E.MarcoPolo? Marco Carrai…”. Il quotidiano diretto da Marco Travaglio spiega, in modo molto dettagliato, come attraverso la creazione di società controllanti riconducibili a lui, a suo fratello o a suoi amici, Carrai di fatto gestica, come socio, una fetta di quella piattaforma che fa da filtro per Alibaba. Ogni transazione, dunque, consentirà alle aziende del braccio destro di Renzi di incassare una provvigione. “Tutto legittimo, per carità – spiega Il Fatto – ma colpisce il consueto tempismo dell’amico Marchino, che si è infilato in questo progetto proprio ne mesi in cui sarebbe dovuto diventare capo della cyber-security nazionale…”.