Baby boss in rivolta nel carcere minorile di Airola: danni e agenti feriti
Celle devastate, mura imbrattate, tre agenti feriti, decine di milioni di danni. È il bilancio della rivolta nel carcere minorile di Airola (Benevento) andata in scena in una sezione detentiva messa a ferro e a fuoco dai baby detenuti, che hanno minacciano gli agenti con i piedi di legno dei tavoli e i manici di scopa. Motivo? Presunti disagi relativi al vitto e alla fornitura di sigarette. Ma per il Sappe dietro c’è la rivolta c’è anche altro. «È una manifestazione di forza da parte di clan della criminalità organizzata che si sono formati all’interno del carcere. La rivolta è scoppiata per questo – dice Donato Capece, segretario generale del Sappe – è una lotta tra bande e uno dei clan ha voluto così dimostrare che è più forte e che riesce a tenere in scacco anche lo Stato. “Il problema è che l’ordinamento consente la presenza di ultra 21enni – aggiunge – Sono piccoli boss che portano avanti una lotta per la supremazia. L’ennesima dimostrazione che il carcere è una università del crimine».
Getta acqua sul fioco, invece, Giuseppe Centomani, dirigente del Centro Giustizia Minorile della Campania: «I ragazzi che hanno avviato la protesta sono stati subito bloccati e rinchiusi in una stanza in modo da non poter danneggiare altri spazi. All’origine ci sono futili motivi ma la ragione vera è che alcuni di questi ragazzi hanno come obiettivo fare una carriera criminale – aggiunge – oggi hanno voluto dimostrare di essere in grado di creare problemi e di poter passare al carcere duro, degli adulti».
La rivolta è stata sedata grazie all’intervento di una trentina di agenti di polizia penitenziaria provenienti anche da Nisida, dal carcere di Benevento e dal centro di prima accoglienza di Napoli. Secondo quanto riferito da fonti qualificate, nessun detenuto è rimasto ferito. A promuovere la rivolta sarebbero stati alcuni detenuti maggiorenni che gravitano nell’orbita di clan camorristici napoletani e che nella protesta avrebbero coinvolto gli altri giovani detenuti. In tutto i danni ammontano ad oltre 30 mila euro. Secondo quanto si è appreso, sono stati rotti televisori, termosifoni, suppellettili e tubature ed è stata sfondata una parete divisoria tra due celle utilizzando alcune brande.