Bullismo e cyberbullismo, la proposta: condanne fino a 6 anni di carcere
Fino a 6 anni di carcere: è quanto potrebbe rischiare chi invia e divulga testi, immagini o informazioni private, carpiti attraverso artifici, raggiri o minacce. Lo prevede una proposta di legge sul bullismo e cyberbullismo messa a punto dalle commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera e che alla ripresa dei lavori sarà all’esame dell’Aula di Montecitorio. Contrario il M5S: il nuovo set di regole, dicono i grillini, «è una vera e propria norma ammazza-web che riguarda anche e soprattutto ogni maggiorenne che si affaccia alla rete internet». E dubbi nel corso dell’esame in commissione a Montecitorio sono stati espressi anche da Forza Italia. Una volta comunque incassato l’ok della Camera, il testo dovrà tornare all’esame del Senato.
I punti principali della legge su bullismo e cyberbullismo
Bullismo e cyberbullismo per la prima volta ottengono una definizione giuridica: si tratta di violenze fisiche e psicologiche, minacce e furti, offese relative alla razza, alla religione, all’orientamento sessuale, all’aspetto fisico anche attraverso il telefono, Internet, i social network. Rientrano anche la realizzazione e la diffusione online di immagini, registrazioni con lo scopo di offendere. Attualmente, lo stalking commesso per via informatica o telematica è sanzionato con un aumento di pena fino a un terzo (la pena base è la reclusione da 6 mesi a 5 anni) e la novità della proposta di legge dunque risiede nel prevedere una pena determinata e nell’ampliamento delle condotte che vengono punite. Con la modifica approvata in commissione si prevede la reclusione da uno a 6 anni. Prevista anche la confisca obbligatoria del telefonini e del pc. I minori con più di 14 anni e i genitori possono rivolgere istanza al gestore del sito Internet e al Garante della privacy, per ottenere l’oscuramento, la rimozione o il blocco dei dati personali.