Il cardinale Turkson: «La ricostruzione post sisma? Pensare agli uomini»
Il cardinale Peter Turkson, appena nominato da Papa Francesco prefetto del nuovo dicastero per lo Sviluppo umano integrale, si associa all’idea espressa dal vescovo di Rieti monsignor Domenico Pompili durante i funerali delle vittime del sisma ad Amatrice, secondo cui «non è il terremoto che uccide, ma le opere dell’uomo». E’ evidente «che le opere dell’uomo, se si parla di terremoto, riguardano soprattutto la costruzione delle case», risponde all’Ansa il porporato ghanese, finora presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, a margine della conferenza stampa in Vaticano per la presentazione del Messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato. «Da questo punto di vista, ad esempio, in Giappone, che ha un territorio particolarmente sismico, si usano tecnologie che sono capaci di limitare molto i danni», sottolinea Turkson. «Qui in Italia questo lo sappiamo da anni – aggiunge amaramente -, ma le case, quando ci sono i terremoti, non resistono. Sarebbe possibile quindi l’uso di tecnologie, che però non vengono applicate».
Il cardinale Turkson ha competenza sulle catastrofi naturali
«Il terremoto l’uomo non lo può controllare – conviene Turkson -, ma può fare in modo che i danni non siano sempre così disastrosi. E questo – aggiunge – poi si vede anche e soprattutto nella ricostruzione del paese. Io ho vissuto per qualche anno nei Caraibi, ma proprio lì ho notato che, quando dopo un uragano c’era l’esigenza della ricostruzione, le cose non sono mai semplici». Il neo-prefetto vaticano, il cui dicastero ha anche la competenza proprio sulle catastrofi naturali, riconosce realisticamente che «nel contesto della ricostruzione pesa la componente dei soldi, e lì emerge sempre la tentazione. E’ lì che c’è una grandissima sfida – conclude il cardinale Turkson -: non farsi influenzare dai soldi, ma dai bisogni della popolazione. E usare tecnologie che resistono alle calamità naturali».