La Chiesa attacca sulla Terra dei Fuochi: “Risposte tardano ad arrivare”

27 Set 2016 8:21 - di Redazione
“Mantenete gli impegni assunti pubblicamente per risolvere il dramma della Terra dei fuochi”. È l’appello di monsignor Antonio Di Donna, vescovo di Acerra, tra i territori più colpiti e sede dell’unico, enorme, inceneritore campano. Di Donna interviene a un anno esatto dalla Giornata regionale per il Creato, svoltasi propria ad Acerra alla presenza di tutti i vescovi campani e del presidente della Regione, Vincenzo De Luca, nel corso della quale furono indicati alle istituzioni tre precisi punti di intervento: difesa della salute, inquinamento ambientale e rilancio dell’agricoltura, si legge su “Avvenire“.

Chiesa attacca De Luca: ” si procede molto lentamente”

«A un anno di distanza – commenta con amarezza il presule, che è segretario generale della Conferenza episcopale campana -, pur riconoscendo gli sforzi che le istituzioni stanno facendo su questi punti, dobbiamo purtroppo constatare che si procede molto lentamente» e mentre «le risposte tardano a venire», tra la gente «ci si continua ad ammalare e morire» e «preoccupa il livello di inquinamento dell’aria». Anche per la preoccupante ripresa dei roghi dei rifiuti. Un anno fa, ricorda Di Donna, fu avviato un «dialogo con le istituzioni» alle quali furono presentate «le attese e le proposte maturate in questi anni» in cui «la Chiesa campana è stata vicina alla popolazione sofferente e ha ascoltato il suo grido di dolore». Perché, aggiunge, «dal dramma ambientale si esce tutti insieme, sulla base di un dia logo tra cittadini più responsabili e istituzioni più trasparenti e orientate al bene comune».

Il vescovo: «Qui si continua a morire»

Proprio per questo venne chiesta una «dichiarazione di impegno» e che «il dialogo continuasse». Allora, ricorda ancora il vescovo, «il presidente della Regione si impegnò pubblicamente su alcuni punti: assumere la questione ambientale come prioritaria; la ricostituzione in poche settimane del registro dei tumori; l’avvio della bonifiche, e infine il monitoraggio delle polveri sottili e della qualità dell’aria con la partecipazione dei cittadini al massimo livello sul confronto dei dati». Impegni sui quali, invece, «si procede molto lentamente». E questo malgrado i continui richiami.

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