Choc a Roma, a 2 giorni dal pestaggio in metro, donna aggredita in stazione

21 Set 2016 12:28 - di Martino Della Costa

Ancora una brutale aggressione in una stazione del trasporto pubblico. Ancora violenza sulla banchina del convoglio capitolino, in una delle fermate centrali del suo percorso, consumata nell’indifferenza dei passanti. Ancora calci e pugni sferrati senza un motivo, all’improvviso. A due giorni dal pestaggio di un uomo alla stazione della Metro B di piazza Bologna, la cronaca cittadina è costretta a registrare l’ennesimo episodio di delirio criminale e a riportare il dolore e la paura dell’ennesima vittima di una violenza cieca e immotivata: stavolta si tratta di una donna di 60 anni. Stavolta l’aggressore è un uomo solo. Stavolta teatro dell’ennesimo atto vile ed efferato è l’ingresso della stazione ferroviaria Quattro Venti della linea Roma-Viterbo.

Donna aggredita in stazione a Roma

Ma c’è un elemento in comune tra l’episodio dell’uomo aggredito in metro a piazza Bologna due giorni fa, e quello della donna strattonata e presa a botte nelle scorse ore alla stazione ferroviaria di Monteverde – un quartiere residenziale non lontano dal centro storico della capitale –: ed è l’indifferenza dei passanti, attoniti e inermi spettatori dei pestaggi. «Stavo camminando – ha raccontato la vittima dell’aggressione al Messaggero, che al caso ha dedicato un dettagliato servizio erano più o meno le 22:30 di lunedì, quell’uomo che indossava i calzoncini corti mi si è parato davanti e ha iniziato a strattonarmi. Ho avuto paura, ero terrorizzata. Solo un passante dopo mi è venuto incontro, ma nessuno diceva e faceva niente».

L’identikit dell’aggressore e l’appello su Fb

E che sia l’agghiacciante segnale di una paura paralizzante o di una endemica indifferenza, cambia poco: la donna aggredita in stazione, che ha ricostruito una sorta di identikit del suo aggressore – descritto da una delle figlie della vittima del pestaggio su Facebook, nell’ambito di un appello mirato ad avere informazioni utili, come un uomo sulla quarantina, molto alto e vestito con una maglietta giallo ocra e dei calzoncini neri – è uscita decisamente malconcia dall’assalto: con un occhio nero e il viso gonfio, è stata sottoposta ad una Tac e ad una visita otorinolaringoiatrica per problemi causati all’orecchio. E questi sono i traumi fisici: per le ferite psicologiche la prognosi richiederà sicuramente ancora più tempo…

 

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