Corbyn resta alla guida dei laburisti. Ma le dispute interne restano

24 Set 2016 13:36 - di Redazione

Jeremy Corbyn resta alla guida del Partito Laburista britannico dopo le spaccature di questi mesi. Il leader della sinistra interna, 67 anni, è stato confermato segretario con ampio margine sullo sfidante Owen Smith, espressione dei deputati ribelli, grazie al voto del 62% della base: un record, meglio d’un anno fa. Alla consultazione erano ammesse oltre 650.000 persone. Gli apparati avevano invece escluso altre 130.000 persone, ritenute in larga parte corbyniane, iscrittisi alle liste dei simpatizzanti solo a partire dal gennaio.

Owen Smith aveva lanciato la sua scalata alla leadership dopo la ribellione dei parlamentari, a seguito dello vittoria shock della Brexit al referendum di fine giugno, di cui secondo molti è responsabile anche Corbyn, che ha condotto una campagna tiepida per la permanenza del Regno Unito nella Ue. Con Corbyn a capo del partito, secondo molti commentatori, la debolezza della posizione del Labour potrebbe convincere il governo conservatore di Theresa May, popolato di euroscettici convinti, a scegliere una “hard Brexit”, con l’uscita anche dal mercato unico europeo.

Il risultato non metterà fine alle dispute interne. Corbyn sostiene di aver ridato interesse alla politica a molti britannici che altrimenti non avrebbero neppure votato e gode del sostegno della sinistra estrema del partito, oltre che dei giovani militanti anti-austerity. Corbyn promette di scavalcare la maggioranza dei deputati laburisti, di estrazione centrista, rivolgendosi direttamente alla base per le scelte politiche e le nomine in posti chiave.

 

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