Gasparri: «Ciampi cancellò il carcere duro per i mafiosi, fu una macchia»

17 Set 2016 16:15 - di Redazione

«La storia non può essere scritta secondo i metodi orwelliani, cancellando ciò che è scomodo. In morte di Ciampi non si può non ricordare la pagina oscura della cancellazione del carcere duro, il 41 bis, per centinaia di mafiosi che fu decisa dal suo governo». Ad affermarlo è Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato. «Il ministro della Giustizia di allora, Conso, qualche anno fa in commissione Antimafia si è assunto la responsabilità di quella scelta scellerata che rappresentò la resa dello Stato alla mafia. Ma tutti sanno che la manovra fu orchestrata da Scalfaro al Quirinale e attuata dal governo guidato da Ciampi, che non poteva non comprendere la gravità di quella scelta».

Maurizio Gasparri: Ciampi non diede il suo contributo di verità

«Conso – aggiunge Gasparri – ha detto esplicitamente che si cercò con quel segnale di attenuare l’offensiva stragista della mafia. Questo è stato il governo Ciampi e non è immaginabile che il Presidente del Consiglio del tempo non si rendesse conto di ciò che Conso ha spiegato ad una commissione parlamentare. Si tratta di una pagina nera della vita repubblicana. Anche adducendo ragioni di salute, Ciampi ha rifiutato di dare un contributo di verità doveroso nelle sedi giudiziarie che si stanno occupando di queste vicende. Questa macchia – conclude Gasparri – segna la sua carriera, e tralascio i giudizi sull’euro, il cambio con la lira e tanto altro di cui con timidezza si parla. Ciampi fu il capo di un governo che vide lo Stato piegarsi ai diktat della mafia. Conso lo ha ammesso, ma non agì certamente da solo. Il conformismo di queste ore impedisce di parlare di questa vicenda. Ma noi continueremo a farlo».

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