Gasparri: «Anche per la Rai il limite di 240mila euro, basta con le furbate»
La Rai applichi «a dipendenti e consulenti» il limite di 240 mila euro previsto per gli stipendi degli amministratori pubblici: lo prevede un emendamento al ddl editoria presentato da Forza Italia che non “salva” Viale Mazzini nonostante l’emissione del bond che ha consentito alla tv pubblica di “aggirare” il tetto, in quanto «non si tratta di società a partecipazione pubblica che opera sul mercato finanziario». In Senato si sta svolgendo la discussione sul ddl che riguarda la legge per l’Editoria e il presidente del Senato Gasparri entra nel merito dell’emendamento presentato dal suo partito di cui lui è primo firmatario. “Il direttore generale – ha spiegato Gasparri – ha appena detto in Vigilanza che percepisce uno stipendio pari a quello del suo predecessore. Stiamo parlando di 600 mila euro: Campo Dall’Orto vale dunque tre-quattro senatori, magari come intelligenza vale quanto tutto il Senato, avrà tempo per dimostrarlo. Ma il suo predecessore, Gubitosi, alla fine del suo mandato aveva riportato il suo trattamento economico sotto il tetto». La Rai “sfugge” al tetto degli stipendi degli amministratori pubblici grazie all’emissione un bond, «ma non si tratta – a giudizio di Gasparri – di una società che opera sui mercati finanziari: la sua mission resta fare informazione, intrattenimento e cultura. E a chi sostiene che, per riportare gli stipendi Rai sotto il tetto, sia necessario un atto di indirizzo della commissione di Vigilanza, ricordo che c’è già stato». Sulla stessa linea la Lega, che ha presentato diversi emendamenti in questa direzione.