Anche i cinesi hanno paura di vivere nelle banlieue di Parigi: troppe rapine
Nella banlieue nordest di Parigi cresce il malcontento dei cinesi, sempre più spesso vittime di furti e rapine a volte violente, come quella che il 12 agosto scorso è costata la vita a Chaolin Zang, padre di famiglia di 49 anni. Dopo settimane di messaggi su media e social network, i rappresentanti della comunità hanno indetto per domenica una manifestazione a Parigi per chiedere maggiore sicurezza. La promessa del ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve, di “rafforzare ulteriormente l’organico della polizia” nella zona non è bastato a calmare i timori dei cinesi, che spiegano di essere presi di mira perché si ritiene siano abituati a trasportare forti somme di denaro in contanti.
Parigi, i cinesi chiedono più sicurezza
«Tutti conoscono qualcuno che è stato aggredito – spiega a Le Monde Rui Wang, presidente dell’associazione dei giovani cinesi di Francia – Su basi di razzismo, si dice che i cinesi sono sempre pieni di contanti. Ma per la maggior parte sono molto poveri. I cinesi che riescono a fare fortuna non vivono ad Aubervilliers». Inoltre, aggiunge, le modalità dei furti diventano sempre più violente: «Arrivano in tre, o in cinque, e aggrediscono i cinesi prima di rubare. Non si accontentano più di svuotarci le tasche». Secondo i dati della prefettura, le rapine a componenti della comunità cinese sono triplicate in un anno: 105 nei primi sette mesi dell’anno, contro 35 per lo stesso periodo del 2015. A quest’insicurezza si aggiungono prospettive di lavoro sempre più incerte, in una fase difficile per l’import export dopo i grandi successi dei decenni scorsi. Tanto che sono sempre più numerosi gli emigrati che sconsigliano ai loro parenti e amici in Cina di tentare la fortuna in Francia.