Inizia la scuola ed è scontro sulle classi con migranti africani a Tel Aviv
Tra zaini, libri, banchi e polemiche, con le famiglie pronte alla protesta e i vertici istituzionali impegnati in un braccio di ferro che si preannuncia lungo. Sono oltre due milioni i ragazzi israeliani che sono tornati regolarmente in classe, tra i banchi, per la ripresa dell’anno scolastico. Ma l’avvio è stato segnato da un polemica politica piuttosto accesa tra il premier Benyamin Netanyahu e il sindaco di Tel Aviv sugli alunni figli di immigrati africani.
Netanyahu contrario alla scuola per figli di africani a Tel Aviv
Netanyahu si è detto contrario a trasformare un istituto di Tel Aviv in una scuola per i figli di migranti africani come sostenuto invece dal sindaco della città, Ron Huldai. Nello scambio di dichiarazioni il sindaco ha accusato il premier di parlare «come un commentatore politico su internet invece di occuparsi dei problemi dei migranti». L’ufficio del primo ministro – appoggiato dai genitori dei figli contrari alla trasformazione della scuola – ha replicato al sindaco Huldai che «dovrebbe vergognarsi». Netanyahu – accompagnato dal ministro dell’educazione Naftali Bennett – ha scelto di inaugurare l’anno scolastico nella città araba di Tamra, nel nord di Israele dove ha spronato ad «una coesistenza ed accresciuta integrazione per le comunità arabe di Israele».