L’ex ideologo Becchi bastona il M5S: «Sono diventati peggio degli altri»
La delusione e la presa di distanza. Perole durissime quello di Paolo Becchi a commento di quanto sta accadendo a Roma alla sindaca Ragg e alla sua squadra che perde pezzi. «C’è stata una trasformazione, il Movimento è diventato un partito come gli altri. Per certi versi peggio degli altri. Non è più quello del 2013, non gli interessano più i cittadini ma il potere». A parlare è Paolo Becchi, docente di Filosofia del diritto all’Università di Genova, in passato vicinissimo al M5S, in un’intervista a QN. Esprime così la sua delusione alla luce di quanto sta avvenendo a Roma l ‘ex ideologo deluso dalla metamorfosi dei grillini. La Raggi è nel caos, cinque dimissioni in un giorno hanno rappresentato una débâcle e le parole della sindaca sulla trasparenza e contro i poteri forti contro cui lei e la sua Giuinta starebbero per ingaggiare una guerra all’ultimo sangue, rischiano di diventare un refrain destituito di fondamento: «Inutile sciacquarsi la bocca con la trasparenza quando l’assessore al Bilancio si dimette e si sostiene che la cosa è irrilevante, che non c’è nessuna crisi di giunta», sostiene nell’intervista il professor Becchi. «Se Di Maio è presidente del Consiglio e il suo ministro del Bilancio dà le dimissioni ciò è irrilevante? I cinque stelle sono i meno trasparenti di tutti», analizza Becchi.
Becchi: «Ma quale diversità? La trasparenza è una favola»
E ancora aggiunge l’ex ideologo: «Aspira a diventare una forza di governo, ma non dimostra di avere le competenze, non vedo da nessuna parte questa vantata diversità. «La Raggi – rincara Becchi – non ha la capacità politica di governare Roma, non ha la capacità decisionale, per di più è sotto contratto: le possono chiedere di dimettersi. La Appendino, invece, è libera”. “Vedremo se il Vinavil (Grillo, ndr), come lo chiamo io, potrà rimettere insieme tutti i cocci. Si comincia a sentire la morte di Casaleggio, il Movimento è diventato un partito acefalo, non ha più la testa ma la pancia», conclude il suo intervento Becchi. Un de profundis niente male.