Olimpiadi, Zingaretti: «La Raggi ci ripensi». Malagò contro i Cinquestelle
Il no alle Olimpiadi è un grave errore, una vergogna. Giallo a parte sull’appuntamento saltato con il presidente del Coni, Giovanni Malagò, la sindaca Virginia Raggi deve vedersela con l’ondata di critiche contro il no alla candidatura di Roma. Da destra e da sinistra (Pd in testa, «scappano perché hanno paura») si fanno le pulci al niet della prima cittadina, che ha fatto del no a Roma 2024 un cavallo di battaglia elettorale salvo ripensarci a pochi giorni dalle elezioni in attesa dei consigli del capo (che in queste ore si complimenta con la pulzella per la vittoria). Non è mettendo in cantina i grandi eventi che si combatte il “magna magna” ma governando i processi evitando speculazioni e scandali, questa le tesi prevalente.
Olimpiadi, Malagò attacca Valente
Malagò, che in queste ore è a Palazzo Chigi per un incontro sulla riqualificazione degli impianti delle periferie della Capitale, si scontra con il grillino Simone Valente dai microfoni di Radio Anch’io. «Visto che il presidente Malagò ha tirato in ballo la sindaca dicendo che chiederà questi 20 milioni di euro di danni già spesi dal Comitato promotore, io vorrei sapere come sono stati spesi questi 20 milioni di euro e se ha intenzione di rendicontare tutte le spese». Immediata la replica telefonica del numero uno dello sport italiano, che ricorda come il via libera alle Olimpiadi viene dall’ex sindaco Marino: «L’onorevole è poco informato sull’argomento, il Coni è un ente pubblico e tutte le spese sono online, tutti i soldi sono quelli previsti dalla legge “Sport e Periferie”. Non ho mai chiesto nulla alla sindaca, se qualcuno chiede il perché è perché oggi siamo ancora ufficialmente candidati con una mozione dell’amministrazione comunale precedente, con un endorsement del presidente della Repubblica, l’appoggio del premier e il supporto di tutto il movimento sportivo. Se vuole venire a controllare – chiude il presidente del Coni – mi chiama e le dò tutta la documentazione». Il danno erariale per le Olimpiadi è una spada di Damocle che pende sulla giunta capitolina.
Zingaretti contro la Raggi: ci ripensi
Malagò attacca la Raggi che ha rifiutato la governance della candidatura olimpica («Per la prima volta il Cio aveva pensato di recuperare l’esistente e non costruire del nuovo: il Comune aveva il diritto e il dovere di supervisionare, alla Raggi abbiamo detto “assumiti la governance e governa il processo”»). Anche Nicola Zingaretti va giù duro contro la sindaca naif. «Io penso che tutto, nella vita, può essere un rischio o un’opportunità, anche camminare: è bello camminare ma se si cade uno si fa male. Le Olimpiadi potevano essere un rischio o una grande opportunità, la differenza è come le fai. Penso che rinunciare sia stato un drammatico errore. Siamo stati eletti per dare opportunità ai cittadini non per rinunciare per paura», dice il governatore del Lazio augurandosi che ci siano dei margini di ripensamento. Ma i prossimi passi sono segnati: prima la mozione da votare in Aula e poi una lettera della sindaca per esplicitare il no alle Olimpiadi che rovescia il sì deciso dalla giunta Marino. Questi gli step che ora il Campidoglio prepara per chiudere la partita.