Olio extravergine, salviamo quello italiano: in 10.000 in piazza a Firenze

29 Set 2016 10:39 - di Ginevra Sorrentino

Sono scesi in piazza in 10.000 nella Giornata nazionale dell’olio extravergine italiano in corso fuori e dentro il Mandela Forum di Firenze. Sono accorsi da ogni dove per difendere e rendere omaggio a quello che è forse il prodotto più rappresentativo del made in Italy, che di recente ha subìto, anche a causa di diverse etichette di oro verde finite nella bufera – ahinoi, come molti altri frutti tipici delle nostre coltivazioni – l’onta della truffa, la beffa della falsificazione, la lettera scarlatta della truffa agroalimentare, la mannaia dei provvedimenti calati dall’alto dall Ue.

La Giornata nazionale dell’olio extravergine italiano

E allora, «avete preso i nostri marchi, non vi daremo le nostre piante», «chi acquista ha il diritto di sapere se quello che compra è veramente fatto in Italia», «più trasparenza», «spremiamo l’olio, non i produttori» e «stop agli inganni, salviamo il Made in Italy», è scritto su cartelli e striscioni che campeggiano al Mandela Forum dove all’esterno sono parcheggiati «qualche decina di trattori». Sotto accusa: concorrenza sleale, speculazioni, mancanza di trasparenza e truffe che «mettono a rischio il futuro del prodotto più rappresentativo della dieta mediterranea». Un prodotto a cui la manifestazione promossa dalla Coldiretti e che vede naturalmente la partecipazione del presidente dell’associazione Roberto Moncalvo, dovrebbero arrivare a rendere omaggio anche il premier Matteo Renzi e i ministri Maurizio Martina e Andrea Orlando… con la speranza che arrivi il fatidico “aiutino da casa” al settore dell’olio, messo a dura prova negli ultimi mesi di scandali e polemiche e troppo spesso messo alle corde da norme e obblighi imposti dalla comunità europea.

Olio, Coldiretti: -38% di raccolto italiano, volano i prezzi

Ma non solo solo le norme Ue o le contraffazioni internazionali ad infierire sul nostro olio extravergine. Al momento, infatti, il settore sarebbe alle prese con un «crollo del 38% della produzione di olio di oliva in Italia che scende ad appena 298 milioni di chili, un valore vicino ai minimi storici di sempre, con effetti inevitabili sui prezzi»: è quanto afferma la Coldiretti in base ai dati Ismea/Unaprol presentati oggi alla Giornata nazionale dell’extravergine italiano a Firenze. Anche a livello mondiale, per Coldiretti, «si prevede una storica carestia dei raccolti» causa il crollo della produzione anche in Grecia – meno 240 milioni di kg (-20%) – e in Tunisia – dove non si supereranno i 110 milioni di chili (-21%). In linea con l’anno scorso invece la produzione della Spagna (1,4 mln di kg) che si conferma leader mondiale e in controtendenza la Turchia, + 33% per un totale di 190 milioni di chili. «Il risultato – spiega Coldiretti – è una previsione di produzione mondiale a 2,785 miliardi di chili in calo del 9%, con prezzi che si prevedono in forte rialzo» Con conseguenti effetti sul carrello della spesa. Le previsioni Ismea/Unaprol che classificano l’Italia come secondo produttore mondiale nel 2016/17 indicano che la Puglia si conferma la principale regione di produzione nonostante il calo, seconda la Calabria (dove il calo è inferiore alla media nazionale), seguita dalla Sicilia. Complessivamente nel Mezzogiorno si stima un calo produttivo del 39%, al nord del 10, al centro del 29%, con la Toscana in linea con questa riduzione. «L’Italia – evidenzia il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo – può contare su oltre 250 milioni di piante di ulivo, su oltre un milione di ettari di terreno coltivato con il maggior numero di olio extravergine a denominazione (44) in Europa e sul più vasto patrimonio di varietà di ulivo al mondo (395) che garantiscono un fatturato di consumo stimato in 3,2 miliardi di euro nel 2015».

I danni e le beffe subite dal Made in Italy

Obblighi che hanno indotto alle degenerazioni delle falsificazioni o all’acquisto inconsapevole di prodotti tipici italiani realizzati all’esterop e con materia prima proveniente da ogni parte del mondo. Provvedimenti e normative che non hanno arginato l’onda d’urto della truffa alimentare, con i relativi rischi della salute. Pensiamo, allora, a quanto accaduto nel recente passato con il pollo agli antibiotici, le uova alla diossina, il latte tossico. La mozzarella che diventava blu, i cibi scaduti rimessi sul mercato, all’olio adulterato, al vino senza uva: tutti “classici” della sofisticazione che hanno poi favorito quanto sottolineato in passato da diverse indagini della Coldiretti che, troppo spesso purtroppo, sulla base di percentuali e raffronti, hanno evidenziato conseguenze e danni inferti al made in Italy. Un brand sotto assedio che, a detta dei vari report, contiene materie prime straniere per circa un terzo (33%) della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati con il marchio tricolore, con i consumatori che – oltre al danno subiscono la beffa – sono all’oscuro di quanto avviene alle loro spalle (e di quello che ripongono nelle loro dispense). E dalla finta Nutella al falso pomodoro “San Marzano” – che secondo la stessa Commissione europea «non è appannaggio dei produttori italiani» se coltivato al di fuori dell’area geografica delimitata dalla Dop “Pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino” – fino alla pessima notizia delle sette aziende che spacciavano per extravergine un più modesto olio d’oliva, nessuno ha potuto sottrarsi a danni e beffe…

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