Raggi umiliata dal direttorio: costretta a silurare anche De Dominicis

8 Set 2016 17:42 - di Marzio Dalla Casta

Una sorpresa dopo l’altra. Prima l’autoaffondamento per dimissioni del minidirettorio romano seguito a distanza di poche ore dall’ennesimo colpo di scena: l’assessore Raffaele De Dominicis, l’ex magistrato e già procuratore generale della Corte dei Conti del Lazio, nominato solo domenica sera assessore al Bilancio è stato praticamente giubilato: «In queste ore – ha scritto la sindaca Virginia Raggi sul proprio profilo Fb – ho appreso che in base ai requisiti previsti da M5s E Dominicis non può più assumere l’incarico di assessore al bilancio della giunta capitolina, per tanto di comune accordo abbiamo deciso di non proseguire con l’assegnazione dell’incarico». Una decisione evidentemente imposta dal direttorio nazionale riunitosi in tutta fretta in un albergo della capitale, l’hotel Forum, sotto la guida di Beppe Grillo, sempre più tutore indispensabile di un movimento che appare incapace di camminare in autonomia.

La Raggi lo aveva nomninato solo 4 giorni fa

Con lui, Luigi Di Maio, le cui azioni sono in rapido ribasso dopo il feuelleiton romano sull’iscizione dell’assessore Paola Muraro nel registro degli indagati, Alessandro Di Battista, incoronato nuovo leader in pectore del M5S sul palco di Nettuno, il senatore Carlo Sibilia, Roberto Fico e Carla Ruocco. Che l’aria intorno ai grillini sia particolarmente tesa e che gli attacchi di questi giorni siano destinati a lasciuare il segno lo lascia intendere lo stesso Grillo a fine seduta. Ai pochi cronisti che sono riusciti ad intercettarlo mentre cercava la “fuga” da un’uscita di servizio ha detto di non aver «mai visto tanta violenza fisica e privata». L’esito della riunuone è riassumibile nel nuovo hastaag #SiamoTuttiConVirginia lanciato da Grillo. «I loro tentativi – ha scritto l’ex-comico riferendosi ad avversari politici e giornali – non serviranno a nulla: Virginia Raggi è forte del mandato di quasi 800.000 romani e del sostegno e della fiducia piena dell’intero Movimento 5 Stelle». Un “professione di fede” seguita a breve distanza dall’annuncio dell’estromissione di De Dominicis dalla giunta.

Affondato il minidirettorio romano

Nel primo pomeriggio era stata invece la volta dell’autoscioglimento del mini-direttorio romano, già orfano da qualche settimana della parlamentare Roberta Lombardi. Ora invece l’addio di Paola Taverna, Fabio Massimo Castaldo e Gianluca Perilli è arrivato attraverso un post che ufficialmente ne attribuisce la scelta ad ua sorta di avvenuta normalizzazione del Campidoglio: «La macchina amministrativa – infatti vi si legge – è partita ed è giusto che ora proceda spedita. Per questo, riteniamo che oggi il nostro compito non sia più necessario», seguito dall’ovvia rassicurazione che «non faremo mai mancare il nostro sostegno e il nostro contributo» all’amministrazione capitolina. Sembra di legge un comunicato dei vecchi dorotei della Dc. Invece sono i “nuovi” grillini.

 

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