Referendum, centrodestra furioso per le ingerenze dell’ambasciatore Usa

13 Set 2016 15:22 - di Redazione

Il centrodestra insorge contro l’ingerenza dell’ambasciatore Usa a Roma, John Phillips, che sul referendum costituzionale stamattina si era lasciato andare a un commento davvero sorprendente: «Il no al referendum sulla riforma costituzionale sarebbe un passo indietro per gli investimenti stranieri in Italia», aveva detto Phillips intervenendo ad un incontro sulle relazioni transatlantiche organizzato oggi a Roma all’istituto di studi americani.

Una vera e propria entrata a gamba tesa nel dibattito italiano, quello dell’amministrazione Obama, per voce del suo diplomatico. Immediate le reazioni del centrodestra: «Non siamo una colonia, ma un paese sovrano», attacca Maurizio Gasparri. «Non è compito dell’ambasciatore americano in Italia pronunciarsi sul referendum costituzionale – sottolinea  il vicepresidente del Senato – Il suo incoraggiamento a Renzi dimostra le difficoltà del governo italiano, che sta grattando il fondo del barile pur di ottenere sostegni e puntelli di ogni tipo, ma è anche un’inaccettabile interferenza nella politica italiana. Così come gli americani dovranno liberamente scegliere il loro presidente, anche noi dobbiamo liberamente scegliere che Costituzione darci, anche bocciando il pasticcio sfornato da Renzi. Phillips deve scusarsi per la sua presa di posizione, che dimostra una mentalità padronale degna di altri tempi».

Il centrodestra all’attacco: contro l’ambasciatore Usa intervenga Mattarella

Anche Renato Brunetta definisce le dichiarazioni dell’ambasciatore Usa «un’ingerenza inaccettabile che rispedisce con decisione al mittente». Il presidente di Forza Italia alla Camera chiede l’intervento del presidente della Repubblica. Dopo aver espresso l’auspicio che le parole dell’ambasciatore «siano precisate e auspicabilmente rettificate», Brunetta chiede «a Mattarella e a Renzi di non permettere invasioni di campo inaccettabili e indigeribili per un grande Paese come l’Italia». Giorgia Meloni, presidente di FdI, dal canto suo, definisce «gravi e inaccettabili le parole dell’ambasciatore Usa sul referendum costituzionale: il rappresentante in Italia di un governo straniero non può in alcun modo permettersi intromissioni di questo tipo nella politica interna. Renzi dimostri di non essere un inutile fantoccio e pretenda le scuse immediate e formali da parte degli Usa. Renzi viene pagato dagli italiani per difendere la sovranità nazionale, non per fare il lacchè di lobby e grande aziende». Altero Matteoli, senatore di Forza Italia, bolla l’intervento dell’ambasciatore americano come «un’entrata a gamba tesa ingiustificata negli affari interni dell’Italia, eseguita su delega di un presidente alla fine del suo mandato. Peraltro – aggiunge – è fondata su una valutazione errata della riforma costituzionale, che in realtà non produrrebbe, se approvata, gli effetti sperati dal diplomatico. Il bicameralismo, infatti, non si supera e i tempi legislativi rischiano addirittura di allungarsi, mentre si privilegia una presunta stabilità offendendo uno dei principi basilari della democrazia: la rappresentanza».

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