Referendum, la scheda è uno spot per il sì. È la prova che Renzi ha paura

24 Set 2016 10:33 - di Alessandra Danieli

Un spot elettorale. Un invito a confermare la riforma costituzionale targata Renzi-Boschi. La scheda  elettorale che gli italiani si troveranno di fronte in cabina al prossimo referendum costituzionale, data ancora top secret, è una ennesima “furbata” del premier per indurre gli italiani a votare sì. La scheda mostrata da Renzi davanti alle telecamere contiene un testo decisamente ammiccante, molto diverso dei  consueti e arzigogolati questi referendari che citano articoli e commi incomprensibili.

La scheda elettorale è un imbroglio

«Sul referendum per la riforma costituzionale siamo al paradosso – ha attaccato Renato Brunetta – non abbiamo ancora la data in cui gli italiani potranno, bontà loro, esprimersi, ma abbiamo il fac-simile della scheda elettorale. E che scheda! Il quesito che abbiamo avuto il piacere di conoscere in Tv è un vero e proprio spot per il sì». Non è più tenero Fabio Rampelli che parla di scheda elettorale “tarocca”.  Renzi – attacca il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera – ha fatto realizzare una sua versione propagandistica «per giocare la carta della disperazione e ribaltare una sconfitta che dai sondaggi sembra sicura». Per il leghista Roberto Calderoli il testo della scheda elettorale  sembra un tentativo di circonvenzione dell’elettore, «perché tutto quello che c’è scritto nel titolo poi non si trova nella riforma».

Quei quesiti ammiccanti

Nella scheda si fa riferimento al superamento del bicameralismo paritario, alla riduzione del numero dei parlamentari, alla riduzione dei costi di funzionamento delle istituzioni, alla soppressione del Cnel e alla revisione del titolo V della Costituzione. Quale cittadino armato di buon senso potrebe rifiutate queste allettanti promesse? Dopo l’endorsement dell’ex capo dello Stato Giorgio Napolitano a votare sì per combattere i populismo, arriva la scheda ad hoc. I renziani replicano che va tutto bene e che non c’è nessun imbroglio. «È una scelta attenta da parte di chi, due anni e mezzo fa, presentò il ddl Boschi. Brunetta  scopre, dopo 2 anni e 6 mesi dalla presentazione, come si chiama il disegno di legge costituzionale Boschi, che sarà sottoposto a referendum confermativo. Il quesito altro non è che il titolo di tale ddl, come prevede la norma», replicano i democratici.

 

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