Siria, Assad libera un altro sobborgo dal terrore dei fondamentalisti

2 Set 2016 18:49 - di Antonio Pannullo

Il legittimo governo siriano del presidente Bashir al Assad prosegue nella sua opera di bonifica dellecittà conquistate dai terroristi islamici. Decine di persone stanno lasciando oggi il sobborgo di Muadamiya, alle porte di Damasco, dopo che i ribelli islamici armati hanno raggiunto un accordo con il governo per l’evacuazione alla fine di tre anni di assedio. Lo riferisce la televisione panaraba Al Jazira, secondo la quale sono 300 le persone che dovranno partire oggi. Tra queste, civili e ribelli che hanno accettato di deporre le armi. Muadamiya, colpita nel 2013 da un attacco chimico, proveniente da uno dei tanti gruppi terroristi islamici, che per alcuni giorni sembrò spingere gli Usa verso un intervento armato contro il governo siriano, è il secondo sobborgo ribelle controllato dai terroristi in cui viene raggiunto un accordo di questo tipo, dopo quello di Daraya, evacuato la settimana scorsa. L’Onu anche stavolta ha sottolineato di non avere avuto alcuna parte in tale intesa, che ha criticato come una evacuazione forzata della popolazione con l’arma della fame provocata da lunghi assedi. Probabilmente mente, come la volta precedente, quando disse che non era stato coinvolto mentre i suoi mezzi portavano al sicuro i terroristi islamici sgomberati dal governo siriano. Secondo l’agenzia governativa Sana, quella di oggi è una prosecuzione dell’evacuazione di Daraya, perché proprio da là provenivano le 300 persone fatte partire da Moadamiya.

Assad aveva già liberato un sobborgo di Damasco

E mentre la Siria sta sprofondando nella guerra civile causata da Paesi stranieri che pagano mercenari islamici per rovesciare con la forza il legittimo governo Assad, l’Onu se la prende piuttosto comoda: il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite terrà infatti solo il 21 settembre (ossia tra venti giorni) una riunione ad alto livello per fare il punto sul conflitto in Siria e discutere delle prospettive per porre fine ai combattimenti, iniziati sei anni fa. Gerard van Bohemen, ambasciatore all’Onu per la Nuova Zelanda, che detiene la presidenza del Consiglio, ha detto che i membri dovranno analizzare «l’iniziativa politica» che l’inviato Staffan de Mistura sta preparando per aiutare a rilanciare i negoziati di pace, in fase di stallo. Infine, mentre le organizzazioni internazionali procrastinano, in Siria si continua a combattere e morire, ma almeno c’è qualcuno che cerca di combattere i terroristi islamici dell’Isis: si apprende infatti che almeno 3 edifici utilizzati dall’Isis sono stati distrutti da nuovi raid aerei turchi compiuti a ovest di Jarablus, nel nord della Siria, nel decimo giorno dell’operazione Scudo dell’Eufrate. Lo fa sapere l’esercito di Ankara, precisando di aver colpito le località di Arab Ezza e al Ghundura.

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