Trasporto pubblico a Roma, è caos. E la Raggi fa uno show fuori la metro
Mentre Londra annuncia fiera la svolta green del servizio di trasporti pubblico con il debutto su strada, entro quest’anno, della maggiore flotta di autobus elettrici d’Europa: 73 veicoli – specificando che due linee di bus in centro saranno coperte soltanto da mezzi elettrici, che andranno ad aggiungersi a quelli già operativi su una linea in periferia – a Roma oltre la metà del parco mezzi a disposizione del Campidoglio è praticamente allo sfascio (o almeno dovrebbe andarci per la rottamazione). E certo non ha giovato alla già precaria situazione ereditata dalla precedente gestione capitolina affidata a Ignazio Marino il caos gestionale in cui versa l’Atac nei giorni dopo le arcinote dimissioni di massa…
Trasporto pubblico a Roma: la capitale sempre più a pezzi
Sta di fatto che – direttorio pentastellato e polemiche a parte – il trasporto pubblico della capitale è davvero nel caos: come scriveva giorni fa il Corriere della sera, a Roma circolano poco più di 1000 autobus su 2500, a disposizione di una massa di utenti il cui 40% viaggia regolarmente a scrocco. E ancora una volta non si sa da quale problema partire per riuscire ad avere, prima o poi, un servizio pubblico che sia degno almeno del nome, prima ancora che di una capitale europea che dovrebbe servire, con una metropolitana che copre solo una parte della tratta urbana. Una realtà insomma che, tra trasporto sotterraneo e quello di superficie, si rivela ogni giorno di più inadeguata e inadempiente alle esigenze di una città sempre più stretta nella morsa della pedonalizzazione coatta e dei varchi vietati. Una città in ostaggio del traffico che impedisce di fatto la circolazione con mezzi propri ma che poi non riesce a supplire alle necessità a causa di problematiche strutturali e di difficoltà gestionali ormai endemizzate. Un delirio, quello della mobilità e dei trasporti, che un blitz di martedì mattina dell’assessore alla Mobilità del Campidoglio Linda Meleo – accompagnata dal presidente della Commissione capitolina Trasporti Enrico Stefano alla rimessa Atac di Portonaccio – ha evidenziato una volta di più.
Il blitz dell’assessore Meleo all’Atac di Portonaccio
Così, mentre Londra annuncia orgogliosa la diffusione capillare di ben 51 autobus elettrici a un piano, costruiti in Gran Bretagna dalla società cinese Byd e dalla fabbrica britannica Adl a rinforzo del servizio già affidato ad altri 22 bus elettrici che operano da un po’ nei sobborghi della città, a Croydon – tanto per fare uno scomodo paragone – pronta a convertire a zero emissioni entro il 2020 tutti i 300 autobus a un piano che girano in centro e all’ibrido tutti quelli a due piani entro il 2019 – l’aria tossica della nostra capitale sembra essere l’ultimo problema nell’agenda del sindaco Raggi. E l’arrivo a sorpresa della meleo a Portonaccio lo ha confermato una volta di più. «La vecchia governance si è disinteressata al trasporto di superficie, non pagava regolarmente i fornitori e dunque ora c’è un problema di pezzi di ricambio: così anche di fronte a un ricambio che può costare 6 euro noi potremmo avere un bus fermo». Pochi spiccioli, insomma, già ci mettono nei guai… Non usa mezzi termini l’assessore ai trasporti di Roma Linda Meleo per spiegare perché il parco mezzi di Atac non è totalmente utilizzato (per usare un eufemismo). E la colpa – come viene puntualmente evidenziato ad ogni avvicendamento amministrativo – è del vecchio management, quello con Marco Rettighieri in testa che – come noto – qualche settimana fa ha dato forfait sbattendo al porta e indicando – tra le altre – nelle eccessive ingerenze del sindaco Raggi le cause delle dimissioni dal suo incarico di direttore generale, nel giorno degli addii a raffica di Roma er definendo il suo lavoro all’Atac – dopo aver lavorato in prima linea nella trincea della Torino-Lione, nel cantiere Expo, e in trasferta nei Paesi Arabi e in India che di mobilità e congestione del traffico se ne intendono – ha definito in un’intervista rilasciata a la Repubblica il suo impegno in Atac uno «degli incarichi più difficili».
E la Raggi si fa fotografare alla stazione Metro Flaminio
Atac nelle peste, insomma. E non da ieri: solo due giorni fa l’assessore aveva dato un’altra stoccata alla vecchia governance dimostrando, dati alla mano, che «il servizio di superficie è peggiorato progressivamente da gennaio, con un picco negativo a luglio, mese di insediamento della nuova Giunta, quando la percentuale di corse non effettuate ha sfiorato il 16%». E per tutta risposta Virginia Raggi si fa immortalare alla stazione metro Flaminio – postando poi puntualmente tutto su Facebook – due nuovi impianti servoscala per disabili in funzione a quella fermata. Intanto giovedì prossimo Manuel Fantasia dovrebbe diventare l’amministratore unico di Atac. Ieri c’è stato il parere della Commissione Trasporti del Campidoglio e oggi (mercoledì ndr) è prevista la ordinanza del sindaco. Per la carica di direttore generale resta in piedi l’ipotesi di svolgere un concorso internazionale. Resta infine sempre da sciogliere il nodo di chi sarà l’amministratore unico di Ama, dopo la bufera che ha travolto anche l’assessore Paola Muraro. La municipalizzata all’ambiente è di fatto senza governance e questo potrebbe a medio termine creare problemi. Altri ancora…
Cara Raggi quanto manca per cambiare bandiera ? Ma se lei potesse anticipare questa dipartita, renderebbe un buon servizio ai romani.
Come mai che a Madrid gli autobus funzionano bene e con ARIA CONDIZIONATA e nessuno viaggia gratis? Cominciamo con il dire che gli utenti hanno paura del condizionatore e che la smettessero di strillare che fa freddo, che non si possono aprire i finestrini altrimenti si raffredda il pidocchio, e che usassero anche un po di deodorante sotto le ascelle perche’ la maggior parte dei cittadini puzza di cipolla in estate. Non si sale a bordo se non si ha un valido biglietto e se l’autista non sente il suono che e’ stato obliterato ( che cavolo di parola ) non parte, e una bella squadra di controllori fatta da vigili icon licenza da ” 007 ” che possono anche dare una ripulita di borsaioli cileni ( vedi il 64 ) non con uno schiaffetto sulla mano ma con due tre anni di galera e l’espulsione dal territorio. Le soluzioni ci sono basta applicarle.