Le 10 cose che Renzi e il Pd dimenticano quando parlano di Mafia capitale

3 Ott 2016 10:42 - di Lisa Turri

Svolta aggressiva di Matteo Renzi nei confronti della sindaca Virginia Raggi: il premier ha accusato il governo Cinquestelle a Roma di avere affidato la gestione dei rifiuti “a una donna collegata totalmente a Mafia Capitale”. Il sarcasmo di Renzi mirava a colpire l’assessore all’Ambiente Paola Muraro, la cui poltrona era già traballante. Muraro è indagata per reati ambientali e poi per abuso d’ufficio assieme all’ex direttore generale Ama Giovanni Fiscon, uno degli imputati del processo Mafia Capitale.

Ora, è chiaro che Renzi ha tutto l’interesse ad alzare i toni a causa della campagna referendaria eppure questa “smemoratezza” del Pd, della sinistra e del premier in relazione a Mafia Capitale, come se si trattasse di una faccenda estranea al partito democratico comincia a diventare irritante. Ecco dieci punti che sinistra e Pd fanno finta di non ricordare quando parlano di Mafia Capitale.

1) Tra i primi condannati del processo Mafia Capitale c’è l’ex assessore Pd del Comune di Roma Daniele Ozzimo. Due anni e due mesi per corruzione.

2) Condannati a un anno e dieci mesi anche i fratelli Tommaso e Gerardo Addeo, collaboratori di Luca Odevaine, ex vicecapo di gabinetto di Walter Veltroni.

3) Luca Odevaine, il “facilitatore” di Buzzi in Campidoglio, a settembre ha patteggiato una pena a due anni e otto mesi di reclusione.

4) Nei suoi interrogatori Salvatore Buzzi ha definito il Pd “famelico”.

5) Tra i nomi più influenti del Pd romano coinvolti nell’inchiesta c’è Mirko Coratti (Buzzi ha asserito nelle intercettazioni di esserselo “comprato”), agli arresti domiciliari, ora tramutati in obbligo di firma. Presidente del consiglio comunale quando esplode lo scandalo.

6) Nell’inchiesta è coinvolto il Pd Paolo Pedetti, presidente della commissione Patrimonio, accusato di favorire le dismissioni abitative in favore della cooperativa di Buzzi.

7) In una lettera inviata dal carcere subito dopo il suo arresto Buzzi nomina anche Matteo Renzi: “Il vero scopo di questa inchiesta – scrive – è costringermi a cedere raccontando la corruzione a Roma nell’ultimo decennio ma non posso inventarmi le cose che non so. Noi non abbiamo mai finanziato illegalmente la politica, ma tutto legalmente: Rutelli, Veltroni, Alemanno, Marino, Zingaretti, Badaloni, Marrazzo, tutti praticamente, anche Renzi: tutti contributi dichiarati in bilancio”.

8) Tra le frasi più famose delle intercettazioni di Mafia Capitale c’è quella in cui Buzzi dice che se Marino (sindaco eletto per il Pd e dal Pd) fosse rimasto in Campidoglio altri tre anni e mezzo “noi ci mangiamo Roma”.

9) Buzzi dice che ogni volta che si recava in Campidoglio riceveva le insistenti pressioni del capogruppo Pd Fabrizio Panecaldo: “Era un assalto, ti riempiva di fogliettini”.

10) L’europarlamentare del Pd Goffredo Bettini, chiamato come teste al processo Mafia Capitale, ha definito Buzzi come “militante della sinistra”, ha detto che la sua cooperativa era un fiore all’occhiello della sinistra romana e che il degrado del Pd romano a partire dal 2009 era evidente a tutti, non servivano i giudici per scoprirlo.

 

 

 

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