Belgio sotto accusa: per 13 volte i terroristi di Parigi e Bruxelles si potevano fermare
Il Belgio avrebbe potuto fermare la cellula terrorista che ha colpito prima Parigi e poi Bruxelles molti mesi prima che gli attentati in cui sono morte oltre 160 persone venissero portati a termine. Per l’esattezza, la polizia ebbe almeno tredici occasioni di arrivare a scoprire le connessioni tra gli esecutori dei due piani, ma non ne sfruttò nemmeno una per mancanza di personale. Lasciando ai terroristi campo libero per portare a termine i loro obiettivi. La scioccante accusa arriva dalla polizia stessa, che in un rapporto segreto mette in luce tutte le falle riscontrate in diversi mesi di indagini interne, che ora finirà nelle mani della commissione parlamentare incaricata di migliorare la risposta alla minaccia terroristica. E’ stato il quotidiano De Tijd a portare alla luce i risultati del rapporto della polizia, una lunga lista di occasioni mancate che aggravano la posizione dell’intelligence e delle forze dell’ordine belghe, già aspramente criticate all’indomani degli attacchi. Secondo quanto riporta l’agenzia Belga, già a febbraio 2015, nove mesi prima degli attentati di Parigi, la polizia aveva intercettazioni che collegavano noti sospetti terroristi a Salah Abdeslam, unico sopravvissuto della strage di novembre, arrestato a Bruxelles tre giorni prima degli attentati in Belgio, e ora estradato in Francia.
Al Belgio arrivarono segnalazioni dalla Spagna su Abdesalam
Ma le indagini sulla rete di Abdeslam non furono avviate per mancanza di investigatori. Delle tredici occasioni che i belgi ebbero di arrivare ai militanti dell’Isis che hanno portato il terrore in Europa, ben sei sono state causate da carenza di personale, secondo il rapporto. Tra i dati ignorati dalla polizia ci fu anche la richiesta delle autorità spagnole di avere maggiori informazioni sul fratello più grande di Salah, Brahim Abdeslam, dopo un viaggio in Spagna a marzo 2015. Otto mesi dopo quel viaggio, Brahim si fece saltare a Parigi nei pressi in un bar. Ma la polizia belga rispose ai colleghi spagnoli soltanto dopo gli attentati. Stessa sorte per le informazioni che già avevano su un altro kamikaze che insanguinò la notte di Parigi, Bilal Hadfi, nonché su dati che indicavano come la mente degli attentati, Abdelhamid Abbaoud, stesse pianificando attacchi in Europa occidentale. Già mesi fa le autorità greche avevano portato alla luce le falle del sistema belga, rivelando di aver comunicato ai colleghi belgi che Abbaoud era stato ad Atene e che nella sua casa in affitto erano state trovate mappe dell’aeroporto di Bruxelles. Informazioni che giacevano in qualche cassetto mentre lo scorso marzo l’aeroporto saltava in aria.