Borghi spariti: il sisma cambia lo skyline della dorsale appenninica
La terra continua a tremare senza sosta. Senza dare tregua alla paura. Senza lasciare spazio alla speranza che l’incubo possa finire, che si possa tornare alla normalità, rientrare nelle case abbandonate di corsa e senza riuscire a mettere in salvo nient’altro che la propria vita. Lo sciame sismico continua a minacciare l’Italia centrale e da Castelluccio a Ussita, interi borghi spariti e paesi rasi al suolo cambiano, per sempre, lo skyline della dorsale appenninica.
Borghi spariti, il sisma cambia lo skyline della dorsale appeninica
Aumentano i paesi fantasma, i nostri borghi medievali, le nostre cupole, i nostri campanili sono messi a dura prova dalla continua minaccia sismica: le crepe insidiano la stabilità di chiese e basiliche oggi sostituite in molti – troppi – casi da cumuli di macerie sorte in un interminabile day after dove fino a pochi giorni fa si stagliavano palazzetti storici e chiesette, e le strade panoramiche che aprivano a panorami da presepe ora offrono alla vista desolati e desolanti scenari di abitazioni sgretolate. Le scosse di terremoto che in questa ultima settimana di ottobre si stanno lasciando dietro distruzione e disperazione hanno cambiato lo skyline dell’Italia centrale, di una buona parte della dorsale appenninica. E momentaneamente cancellato dagli itinerari turistici destinazioni conosciute anche oltre confine: la foto drammatica della Basilica di San Benedetto a Norcia crollata e distrutta ha già fatto il giro del mondo, campeggiando su moltissimi siti dei media internazionali.
Spariti interi borghi, paesi rasi al suolo
Castelluccio di Norcia, famosa ovunque per le sue celeberrime lenticchie e per essere meta di appassionati di deltaplano e parapendio provenienti da tutto il mondo, è stata quasi rasa al suolo. “E’ cambiato per sempre il panorama di quella zona sull’altopiano ai piedi di monte Vettore”, ha sottolineato uno degli addetti ai lavori dei soccorsi che sono riusciti a verificare la situazione sul posto. E come Castelluccio, cuore dei Monti Sibillini, tanti altri borghi delle zone appenniniche di Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio sono stati dichiarati inagibili dalla Protezione Civile. Pesantemente colpiti Castel Sant’Angelo sul Nera, Visso, Ussita e Preci, tutti situati intorno all’epicentro delle due fortissime scosse di terremoto che hanno interessato le province di Perugia e Macerata. Danni nella Tuscia dove si registrano lesioni, crepe e crolli anche in palazzi storici. A Civita di Bagnoregio danneggiato il campanile, a Nepi è caduta la palla medicea del palazzo comunale. Lesioni gravissime per la chiesa della Collegiata di S.Genesio.
La disperazione dei sindaci delle cittadine colpite
E purtroppo non è ancora tutto: in questo drammatico scorcio di ottobre sono stati colpiti al cuore edifici e monumenti che erano là da secoli e rappresentavano la nostra memoria storica, la nostra cultura architettonica, il punto di riferimento iconografico e iconologico di studiosi e appassionati. “E’ venuto tutto giù, ormai non ci stanno più i paesi”, è l’amara constatazione di Aleandro Petrucci, sindaco di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) dopo l’ultima scossa di magnitudo 6.5. “E’ un disastro, un disastro!” commenta il sindaco di Ussita, Marco Rinaldi. “Siamo in condizioni pietose”, “un borgo distrutto” gli fa eco il primo cittadino di Pievetorina, in provincia di Macerata Alessandro Gentilucci. Interi paesi spariti in pochi secondi per un terremoto che allungherà la lista dei borghi fantasma. Località da cui sono via via fuggiti i residenti stabili, in seguito a calamità ma non solo, e che qualche sindaco ha provato a rivitalizzare anche mettendo in vendita case da restaurare a 1 euro. E a cui ora il terremoto ha dato il colpo di grazia…