Brasile, altre accuse contro Lula: “Prese tangenti per 6 milioni di euro”
Nuove accuse di corruzione per l’ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva. I magistrati titolari dell’inchiesta Lava Jato, che hanno scoperchiato un vasto giro di tangenti destinate a partiti e politici con i fondi neri dell’azienda petrolifera statale Petrobras, ritengono che il nome in codice Amigo, destinatario di tangenti milionarie, nasconda l’ex presidente Lula, già rinviato a giudizio tre volte negli ultimi due mesi in vari filoni dell’inchiesta. Secondo il commissario della polizia federale Felipe Pace, sono state pagate tangenti per almeno 23 milioni di reais (oltre 6 milioni di euro) ad Amigo. Gli inquirenti ritengono inoltre che dietro il nome in codice di Italiano si nasconda l’ex ministro di Lula e Dilma Rousseff, Antonio Palocci, arrestato il mese scorso e incriminato oggi nuovamente con l’accusa di aver intascato tangenti pagate dal gigante delle costruzioni Odebrecht in cambio di appalti pubblici.
Lula, nome in codice “Amigo”. Paolocci era “Italiano”
Nuova denuncia della polizia federale brasiliana contro l’ex ministro dei governi Lula e Rousseff, Antonio Palocci: stavolta l’accusa è di corruzione passiva in un altro filone dell’inchiesta Lava Jato sui fondi neri Petrobras. Palocci – arrestato il mese scorso sempre nell’ambito della Mani Pulite locale – ancora una volta è sospettato di aver ricevuto 128 milioni di reais sotto forma di mazzette dal gigante delle costruzioni, Odebrecht, in cambio di agevolazioni fiscali e appalti con la compagnia statale del petrolio.