Caccia ai cristiani in Iraq: devastate chiese e cimiteri vicino Mosul
In Iraq, i miliziani dell’Isis hanno profanato e devastato alcune chiese nelle cittadine a sudest di Mosul. A Bartella, tra le principali città cristiane nell’area, nella chiesa di Mart Shimony i jihadisti hanno divelto le croci, sfondato le cassette dove erano conservati i soldi delle elemosine. Le immagini, pubblicate da Rudaw, mostrano inoltre le ridotte difensive allestite nella chiesa, dove tra le macerie restano ancora le postazioni per il lancio di razzi artigianali.
In Iraq l’Isis chiede una “tassa” di 500 dollari per non uccidere i civili
Nel nord dell’Iraq all’orrore di Mosul si unisce quello di Hawija, roccaforte dell’Isis a 140 chilometri a sud di Erbil. In quella che un tempo veniva chiamata la Falluja del nord, teatro di sanguinosi scontri con le truppe americane e delle rivolte qaediste contro il governo di Baghdad, sono intrappolati migliaia di civili. Chi è riuscito a fuggire ha dovuto pagare una “taglia per la vita” ai jihadisti dell’Isis – divisi in fazioni tra chi accetta soldi e chi ti taglia la gola se li offri -: 300 dollari per gli uomini, 500 per le donne. I bambini no. Loro sono tenuti in ostaggio, costretti a frequentare le scuole del Califfo al Baghdadi per diventare soldati. I “leonini”‘, li chiamano. Due mesi fa oltre 100 civili sono stati messi a morte. Le accuse sempre le stesse, essere spie o non rispettare le regole imposte dai jihadisti. Chi non ha i soldi è costretto a chiudersi in casa. «Se ti trovano ti uccidono», raccontano tanti ragazzi poco più che diciottenni con l’orrore ancora negli occhi.
Nell’ultima settimana in Iraq 5 giornalisti tra le vittime
Sono due i giornalisti uccisi e tre i feriti nella prima settimana di offensiva delle forze lealiste per strappare all’Isis la città irachena di Mosul. Dei due reporter morti si era già avuta notizia la settimana scorsa. Si tratta di Ahmad Hajeroglu, della televisione locale Turkmeneli, e di Ali Raysan, di Sumaria Tv. Entrambi sono stati uccisi da cecchini. Dei tre feriti, colpiti da schegge di ordigni in diversi episodi, si è saputo oggi, quando ne ha dato notizia il sindacato nazionale dei giornalisti iracheni. Nessuno dei tre è in pericolo di vita.