Cavalcavia, istituita commissione d’inchiesta. Quel Tir non doveva circolare
Disastro del cavalcavia, qualcuno dovrà pagare. Sotto accusa la burocrazia e la sua lentezza decisionale. Ma sotto accusa le autorità preposte al controllo della circolazione di Tir e mezzi pesanti vari . Il ministro dei trasporti, Graziano Delrio, ha istituito questa mattina con proprio decreto la commissione d’inchiesta del Ministero. La commissione ispettiva – aggiunge la nota – è costituita da figure di comprovata esperienza, capacità e professionalità che dovranno fornire uno scrupoloso accertamento dell’accaduto e una dettagliata ricostruzione dei fatti entro 30 giorni.
Il Tir pesava 198 tonnellate
“Non è stato ancora rimosso il Tir che, probabilmente a causa del suo peso eccessivo, ha provocato il crollo. Dalle prime ricostruzioni dei fatti, il mezzo pesante aveva una portata di circa 108 tonnellate, superiore a quella ordinaria, e non era stato autorizzato da Anas, che peraltro non ha in gestione la viabilità sulla strada provinciale SP49 dove era posto il cavalcavia”. Lo afferma l’Anas, un cui cantoniere, sul posto, ha anche ripreso l’esatto istante del terribile cedimento.”Anas ha incaricato il professor Carmelo Gentile, docente di Tecnica delle Costruzioni del Politecnico di Milano, che già questa mattina ha effettuato i primi accertamenti tecnici sull’opera crollata, un cavalcavia realizzato tra gli anni Sessanta e Settanta dalla Provincia di Como”. Lo ha comunicato l’ente di gestione delle strade. “Come già comunicato nella serata di ieri, il cantoniere Anas addetto alla sorveglianza del tratto della strada statale SS36 al km 41,900, già attorno alle ore 14.00, avendo constatato il distacco di alcuni calcinacci dal manufatto, ha disposto immediatamente la loro rimozione e la parzializzazione della SS36 in corrispondenza del cavalcavia. Subito dopo il cantoniere, in presenza della Polizia Stradale, ha contattato gli addetti alla mobilità della Provincia di Lecco, responsabile della viabilità sul cavalcavia, e li ha ripetutamente sollecitati alla immediata chiusura della strada provinciale SP49 nel tratto comprendente il cavalcavia, perché poteva esserci un pericolo. Gli addetti della Provincia hanno richiesto un’ordinanza formale da parte di Anas che implicava l’ispezione visiva e diretta da parte del capocentro Anas, il quale si è attivato subito, ma attorno alle 17, proprio mentre giungeva sul posto il cavalcavia è crollato, a causa del passaggio di un trasporto eccezionale di peso ingente”.
Tir, una denuncia inascoltata
“Quei Tir rischiano di far crollare i ponti, ma nessuno lo dice”. Questa la denuncia che il presidente di Fai Conftrasporto Paolo Uggè fece cinque anni fa “per denunciare pericoli che nessuno aveva saputo o voluto valutare come avrebbero meritato, per denunciare come un ricorso presentato ai giudici del Tar, il tribunale regionale amministrativo, del Lazio pendesse inascoltato da cinque anni”. E che oggi viene ricordata, alla luce di quanto accaduto sulla statale 36. “Occorrerà attendere ancora mesi, anni, bisognerà che qualcun altro resti stritolato sotto un ponte fatto crollare da un mega tir perché qualche magistrato, qualche politico decida finalmente di muoversi?”, si chiede oggi il presidente nazionale di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio. “Da qualche anno, per diminuire l’incidenza del costo del trasporto, si consente che automezzi che portano 108 tonnellate circolino sulle strade nonostante le norme del Codice della strada dispongano in modo diverso. L’assurdo è che dal 2005 pende un ricorso presso un Tar che fino a oggi non si è pronunciato sulla legittimità di tale interpretazione. Eppure esistono relazioni tecniche attestanti i danni che tali mezzi potrebbero causare. Nessuno però interviene”, osserva Uggè. “Che ci sia qualche interesse particolare da difendere? – si chiede il presidente di Fai Conftrasporto – Chi possiede l’autorità e il potere li utilizzi”.