«Cucù, Equitalia non c’è più». E viene fuori la manovra-trappola di Renzi
Una manovra da rispedire al mittente, perché il cucù di Renzi è una vera beffa. La verità viene a galla: inasprimento degli strumenti di riscossione, violazione della privacy del contribuente, accentramento dei poteri del fisco direttamente nelle mani della presidenza del Consiglio, maggiori obblighi e costi per i professionisti. Questo è il vero decreto fiscale, non quello che il presidente del Consiglio Renzi ha propagandato con il suo ridicolo slogan “cucù, Equitalia non c’è più”.
Altro che cucù, il decreto è pesantemente bocciato
«Il decreto è stato pesantemente bocciato dalle categorie di professionisti. Dai commercialisti, che per bocca del loro presidente Gerardo Longobardi hanno denunciato con profondo rammarico la serie di semplificazioni promesse dal ministro dell’Economia Padoan svanite nel nulla», afferma Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera. Un ennesimo cucù beffa. «Per non parlare – prosegue – delle norme introdotte sulle comunicazioni trimestrali dei dati Iva, che andranno inesorabilmente a gravare sugli studi dei professionisti e quindi sui loro clienti. Inammissibile. Dai consulenti del lavoro, che per tramite del consigliere Sergio Giorgini hanno denunciato l’introduzione di nuovi oneri e adempimenti, che dimostrano l’incapacità del governo di progettare una vera lotta all’evasione. Condividiamo pienamente le critiche provenienti da questi due ordini professionali, auspicandoci che in sede di conversione possano essere introdotte delle vere norme di semplificazione, dagli studi di settore al nuovo calendario degli adempimenti tributari. Da parte del nostro gruppo parlamentare promettiamo una durissima battaglia a suon di emendamenti affinché il decreto fiscale venga modificato a vantaggio dei cittadini durante il passaggio parlamentare».