D’Alema sarcastico: «Obama appoggia il Sì? Non conosce la riforma di Renzi»
Il sostegno di Barack Obama e del Partito socialista europeo per il Sì al referendum sono arrivati perché all’estero si è preoccupati per la stabilità del paese a causa di un “errore” del presidente del Consiglio, che non ha spiegato che “il referendum non ha nulla a che fare con la stabilità del paese”. E’ l’estrema sintesi del ragionamento fatto da Massimo D’Alema a margine del lancio della campagna Together del gruppo S&D al Parlamento europeo per dare “una nuova direzione all’Europa” ed accompagnare le campagne elettorali dei prossimi 18 mesi.
“Credo che nel momento in cui si sostiene, da parte del presidente del Consiglio, che il successo nel referendum è la condizione per la stabilità è chiaro che da più parti si auspica la stabilità nel nostro paese. Anch’io auspico la stabilità nel nostro paese – dice D’Alema – solo che vorrei chiarire a tutti i nostri interlocutori quello che forse Renzi non spiega. Cioè che il referendum non ha nulla a che vedere con la stabilità. Questo è il punto”. “E’ stato il Presidente del Consiglio – continua D’Alema – ad aver detto ‘se non vince il sì io mi dimetto’. Ma poi lui stesso ha detto che è un errore. Ora ho l’impressione che il presidente del Consiglio persista nell’errore. Perché io non credo che il presidente degli Stati Uniti abbia studiato i 47 articoli della Costituzione italiana ed abbia voluto esprimere un giudizio di merito. Evidentemente è un giudizio politico”. Il referendum – insiste D’Alema – “riguarda alcune delicate regole della nostra Costituzione e della nostra democrazia, che, come tali, non possono che riguardare in modo esclusivo la sovranità degli italiani”. A proposito del sostegno dato venerdì scorso dalla presidenza del Pse, di cui fa parte la stessa Feps, D’Alema afferma che “la decisione è stata presa in chiusura di riunione quando non vi era presenza del nostro rappresentante”.