Rispunta il Fertility day: la Lorenzin ci riprova con locandine più sobrie…
Grafica sobria e affidata alle tonalità del tricolore italiano, niente foto, ma infografiche e numeri accompagnati da notizie utili ma spesso poco conosciute. Dopo le clamorose gaffe delle iniziative precedenti sul Fertility Day, tra manifesti che colpevolizzavani le donne sterili e immagini a sfondo razzista, cambia stile il terzo atto della campagna comunicativa del Ministero della Salute per sensibilizzare al tema della Fertilità. Dal portale web del dicastero è possibile visualizzare e scaricare le nuove locandine. Accessibili da un banner in evidenza sul portale, scientifiche e tecniche al punto giusto, ma facili da capire, spiegano quali sono le cause di infertilità più frequenti. Fumo, alcol, alimentazione ma anche infezioni sessuali e vere e proprie malattie, come endometriosi, ovaio policistico, azoospermia, varicocele, si nascono dietro a un problema molto diffuso. Una cifra da sola basta a capirne la frequenza, si legge in evidenza: 1 coppia su 5 ha difficoltà a procreare, il doppio rispetto a 20 anni fa. Le nuove locandine liberano la donna dall’angoscia della clessidra, ostentata nella prima campagna insieme alla contestata frase “La bellezza non ha età, la fertilità sì”, ma non mancano di sottolineare che le italiane arrivano in media quasi a 32 anni alla prima gravidanza, ovvero quando la curva della fertilità comincia a scendere in picchiata. Tuttavia attribuiscono all’uomo le cause nel 40% dei casi di infertilità di coppia e sottolineano che si attende ancora troppo prima di rivolgersi a un medico per problemi simili, ovvero ben 13 mesi. Infine, diversamente dalla cartolina che ricordava come “La Costituzione tutela la procreazione cosciente e responsabile”, affidano semplicemente ai colori verde, bianco e rosso il messaggio di ricordare che la fertilità ha a che fare con la vita del singolo e della coppia ma non manca di avere effetti anche sulla collettività.