Francia, iniziato lo sgombero nella giungla di Calais. Gli agenti al lavoro
È cominciato alle prime luci dell’alba di lunedì lo sgombero della “giungla” di Calais. Dopo gli scontri tra gli immigrati e le forze dell’ordine francesi, a cinque chilometri da Calais, lungo le dune parallele alla Manica, sono arrivati i primi autobus nell’insediamento (la bidonville più grande d’Europa) dove vivono da 18 mesi fra i 6.400 e gli 8.300 immigrati: ad aspettarli c’erano già centinaia di persone, arrivate in una sorta di grande hangar noleggiato per l’occasione dalle autorità.
Sgombero a Calais dopo gli scontri
Il quotidiano francese Le Figaro scrive che 1.250 poliziotti sono stati mobilitati per garantire la sicurezza durante l’evacuazione, che secondo le previsioni dovrebbe durare circa una settimana. Gli immigrati, per la maggior parte sudanesi, non sanno ancora dove verranno trasferiti, ma intanto i residenti dei comuni che dovranno accoglierli (Allex, Saint-Denis-de Cabanne, San Brevin, secondo il quotidiano) hanno protestato in tutta la Francia contro il loro arrivo. Ma non tutti gli immigrati vogliono rimanere nel paese.. Come Ehsan, un afghano di 20 anni, scrive la corrispondente del Guardian, che sta per partire per l’Italia, dove era arrivato mesi fa prima di proseguire per la Francia.
Le proteste dei francesi
Tutto si sta svolgendo per il momento in modo regolare, la situazione nella “giungla” di Calais in via di smantellamento è calma e gli osservatori non segnalano incidenti. Cinquecento persone si sono avviate verso l’hangar allestito nei pressi del campo di Calais e adibito a stazione di pullman. I primi bus sono già partiti verso le destinazioni dei Cao, i campi di accoglienza e orientamento. A bordo, soprattutto sudanesi, il gruppo etnico più numeroso fra i primi che si sono presentati alle partenze. Ad ognuno è stata proposta la scelta fra due dei 450 centri di accoglienza pronti a riceverli su tutto il territorio francese.